Con la collaborazione del professor Luciano Angelini, dell’università di Urbino, la Csdl ha lavorato un anno, prima di presentare il suo progetto di legge per promuovere un’occupazione di qualità, la formazione e la regolamentazione di contratti atipici, “per integrare – ha spiegato il segretario Giovanni Ghiotti – la legge 131 del 29 settembre 2005, contro la quale avevamo raccolto 2.800 firme per impedirne l’approvazione. A nostro giudizio in quel testo c’erano molte lacune, che oggi tentiamo di colmare”. Il sindacato presenterà ora il suo lavoro a partiti, associazioni economiche, governo, ma se non otterrà riscontro non esclude di presentare il progetto sotto forma di legge di iniziativa popolare. Il lavoro compiuto è corposo e l’obiettivo principale è la stabilizzazione dei lavoratori, i quali devono avere una copertura anche in periodi di disoccupazione, “a patto – ha specificato Gilberto Piermattei – che nel frattempo si formino adeguatamente”. Vengono introdotti concetti nuovi, come la responsabilità sociale delle imprese, che dovranno porre attenzione al rispetto dell’ambiente, un adeguato impianto sanzionatorio, l’inserimento degli invalidi nel privato, l’elenco delle istituzioni preposte alla gestione del lavoro, e tutte le forme atipiche oggi non regolamentate, come l’appalto di servizi, il trasferimento di aziende e lavoratori. La legge si ispira a norme europee, ma anche a quelle approvate nelle regioni limitrofe a San Marino, Emilia Romagna e Marche, già nate in contrapposizione alla contestata riforma Biagi.
Riproduzione riservata ©