Un contratto di lavoro che interessa circa 10mila addetti dell’industria e dell’artigianato e che inevitabilmente si confronterà con la crisi economica che ha investito i paesi industrializzati senza fermarsi ai confini di San Marino. I numeri della Segreteria di Stato per il Lavoro dicono che la cassa integrazione ha erogato 2 milioni e 700 mila euro di contributi, contro 4 milioni 200 mila incassati. Per la mobilità sono stati spesi circa 1 milione 200mila euro. 463 persone iscritte nelle liste di collocamento. 631 sammarinesi hanno un contratto a tempo determinato in attività private. Ed è in questo scenario che si apre l’iter per il rinnovo del contratto. L’Assoindustria ha subito chiesto al sindacato senso di responsabilità nelle rivendicazioni. Per le categorie economiche questo rinnovo va collocato nel quadro del progetto di sviluppo complessivo di San Marino e nell’ambito della politica dei redditi, dal momento che la crisi è un problema nazionale ed è in gioco la competitività delle imprese. La congiuntura è evidente ma lo è anche l’inflazione, ha replicato la CSU sottolineando la necessità di difendere il potere d’acquisto per chi vive di reddito fisso. Il sindacato non nasconde la preoccupazione che le controparti vogliano ritardare i tempi del rinnovo. Legando il contratto ad elementi di carattere generale e molto complessi – secondo la CSU - non si favorisce una rapida conclusione della trattativa.
Sonia Tura
Sonia Tura
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