La volontà è quella di estendere la tassazione già prevista per i depositi bancari dei non residenti, anche ai prodotti finanziari innovativi e alle persone giuridiche.
Una volta tramutata in direttiva, e questo si presume possa accadere entro la prossima estate, cambierà alcuni aspetti dell’accordo Ecofin siglato nel dicembre 2004 anche dalla Repubblica di San Marino.
“L’intenzione di Bruxelles – spiegano gli esperti – è quella di combattere ulteriormente ogni forma di evasione fiscale e di arrivare, gradualmente, allo scambio diretto di informazioni per i Paesi dell’Unione Europea, compresi quelli associati, come San Marino, che con l’intesa Ecofin hanno accettato una tassazione del 20% fino al 30 giugno 20011, che salirà poi fino al 35%”.
Pochi i contraccolpi immediati che l’eventuale estensione dovrebbe portare sul sistema sammarinese, che, tra l’altro, non propone al momento particolari prodotti finanziari innovativi. Gli economisti se lo aspettavano, dal momento che l’accordo contempla la possibilità di una revisione ogni tre anni, e quindi la notizia non ha colto di sorpresa chi segue la materia.
L’eventualità non viene interpretata come una minaccia dello sviluppo del sistema, lo sarebbe nel caso si basasse l’operatività solo sul segreto bancario. Qualche perplessità però deriva dall’intenzione di estendere queste tassazioni anche alle società aperte all’estero. Importante sarà seguire con attenzione l’evoluzione dei rapporti fiscali con l’Unione Europea, per capire come San Marino si collocherà dopo il 2015, data di scadenza dell’Accordo Ecofin, in merito ai ventilati scambi automatici d’informazioni.
Bruxelles persegue con tenacia questo obiettivo che mal si concilia con un sistema che garantisce un livello di riservatezza. Importanti, a questo proposito, sono anche gli accordi bilaterali sottoscritti dal Titano con i singoli paesi dell’Unione, in osservanza al memorandum allegato all’Accordo Ecofin.
Sergio Barducci
Una volta tramutata in direttiva, e questo si presume possa accadere entro la prossima estate, cambierà alcuni aspetti dell’accordo Ecofin siglato nel dicembre 2004 anche dalla Repubblica di San Marino.
“L’intenzione di Bruxelles – spiegano gli esperti – è quella di combattere ulteriormente ogni forma di evasione fiscale e di arrivare, gradualmente, allo scambio diretto di informazioni per i Paesi dell’Unione Europea, compresi quelli associati, come San Marino, che con l’intesa Ecofin hanno accettato una tassazione del 20% fino al 30 giugno 20011, che salirà poi fino al 35%”.
Pochi i contraccolpi immediati che l’eventuale estensione dovrebbe portare sul sistema sammarinese, che, tra l’altro, non propone al momento particolari prodotti finanziari innovativi. Gli economisti se lo aspettavano, dal momento che l’accordo contempla la possibilità di una revisione ogni tre anni, e quindi la notizia non ha colto di sorpresa chi segue la materia.
L’eventualità non viene interpretata come una minaccia dello sviluppo del sistema, lo sarebbe nel caso si basasse l’operatività solo sul segreto bancario. Qualche perplessità però deriva dall’intenzione di estendere queste tassazioni anche alle società aperte all’estero. Importante sarà seguire con attenzione l’evoluzione dei rapporti fiscali con l’Unione Europea, per capire come San Marino si collocherà dopo il 2015, data di scadenza dell’Accordo Ecofin, in merito ai ventilati scambi automatici d’informazioni.
Bruxelles persegue con tenacia questo obiettivo che mal si concilia con un sistema che garantisce un livello di riservatezza. Importanti, a questo proposito, sono anche gli accordi bilaterali sottoscritti dal Titano con i singoli paesi dell’Unione, in osservanza al memorandum allegato all’Accordo Ecofin.
Sergio Barducci
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