Il Segretario di Stato alla Sanità Roberto Ciavatta ha illustrato alle parti sociali la bozza di riforma delle pensioni. Un testo preliminare da cui partire per un confronto che si preannuncia in salita. Tutti e tre i sindacati sammarinesi esprimono scetticismo e dissenso sull'impianto normativo delineato a partire dalla quota 103 - 63 anni di età e 40 anni di contributi - per poter accedere alla pensione d'anzianità, senza alcun disincentivo. Attualmente, infatti, a San Marino è in vigore quota 100 e quindi si tratterebbe di un innalzamento marcato. Per Gian Luca Montanari, Segretario Generale Cdls, in “realtà non si tratta di una riforma ma di un provvedimento esclusivamente contabile.
Manca qualsiasi riferimento al secondo pilastro e il testo va riscritto”. Giuliano Tamagnini, Segretario della Csdl, esprime contrarietà sull'aumento dei contributi e dell'età pensionabile ma anche sul fatto che, in caso di pil negativo per un quinquennio, lo Stato non verserebbe più nulla nei fondi pensione. L'Usl rileva la mancanza di riferimenti a temi come il lavoro usurante o il lavoro femminile nella modulazione delle misure. Inoltre non si terrebbe in considerazione il costo della vita che a San Marino è più alto rispetto all'Italia. Tutti e tre i sindacati ritengono necessario un ragionamento complessivo su tutte le riforme da fare, a partire da quella fiscale, per poter definire la riforma delle pensioni. Ad ogni modo da parte di tutti c'è disponibilità al dialogo fin dal prossimo incontro fissato per il 29 luglio.