Faccia a faccia tra le due organizzazioni sindacali e la direzione dell’Istituto per la Sicurezza Sociale sul progetto riorganizzativo del settore, dopo le critiche avanzate dalla CSU e le forti preoccupazioni espresse dalla CDLS riguardo alle linee contenute nel documento. In particolare, la Confederazione Democratica punta il dito contro “un modello organizzativo che accentra tutta la gestione del sistema sanitario pubblico nelle mani del comitato esecutivo, composto dal direttore generale, da quello amministrativo e dal direttore sanitario”. Per la CDLS siamo di fronte a un modello troppo verticistico, 'accompagnato da una politica del risparmio a tutti i costi che rischia di non garantire gli utenti e il personale dell’Iss. Il documento organizzativo, sottolinea la CDLS, esce dal quadro di norme che regolano l’amministrazione pubblica, non tenendo conto della legge organica e degli accordi conseguenti'. E questo, per la Confederazione Democratica, è inaccettabile. Ma il sindacato punta il dito anche contro la politica del budget definendola “una logica gestionale che spesso si traduce solo in una rincorsa sfrenata al risparmio che, in un settore delicato come quello sanitario, si ripercuote sulla qualità dei servizi”. Per la CDLS diventa strategica, soprattutto dopo i costosi investimenti in attrezzature mediche, una maggiore apertura della struttura ospedaliera alle vicine realtà italiane. Critiche, infine, anche alla mancata equiparazione dei titoli di studio dell’attuale personale tecnico e sanitario con i nuovi titoli previsti dall’Università italiane.
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