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Allarme Cia: piogge insufficienti, le nostre colture in sofferenza

In Emilia-Romagna piove ormai meno che in Israele. Meno 50% di grano, preoccupazione per frutteti e vigneti

4 apr 2022
fium Po @rai
fium Po @rai

Le piogge sono arrivate e in Romagna sono anche state “intelligenti”, ma non sufficienti. “Dopo periodi così prolungati di assenza di pioggia, oltre cento giorni nel 2022, ma è il terzo anno consecutivo di siccità, rende molto bene l’idea dell’importanza di questo tipo di precipitazioni la definizione di 'intelligenti' del meteorologo Pierluigi Randi. Si è trattato infatti di piogge non violente e distribuite nell’arco di molte ore – afferma il presidente di Cia Romagna, Danilo Misirocchi -. È purtroppo evidente che non bastano e servirebbe altra pioggia per dare respiro ai terreni arati o seminati. Oltre ai seminativi, con la totale ripresa vegetativa, anche frutteti e vigneti andranno in stress idrico”.

La situazione è grave anche dove ci sono sistemi di irrigazione, sia con invasi interaziendali sia con acqua del Canale emiliano romagnolo, che viene dal Po. “Nel primo caso ci sono difficoltà a riempirli - specifica Misirocchi -, nel secondo il livello del fiume Po rappresenta una preoccupazione reale, con la secca più grave invernale degli ultimi 30 anni. A queste difficoltà si aggiunge il fatto che per irrigare serve energia elettrica o gasolio, e il rincaro dei prezzi andrà a incidere sui costi di produzione in maniera significativa”.




In Emilia-Romagna piove ormai meno che in Israele e i circa 35mm medi caduti nei giorni scorsi in Romagna sono solo un piccolo ristoro, appena sufficiente a far sciogliere il concime e far crescere il mais. Il nostro territorio a vocazione ortofrutticola e cerealicola è in sofferenza a causa di questo deficit. Le previsioni dell’Ufficio studi di Cia-Agricoltori Italiani, ad esempio, stimano un calo medio del 50% del grano, duro e tenero, e per altre produzioni tardive un calo medio di circa il 20%, se pioverà bene e arriverà nutrimento e al netto di danni da gelo. 

Per gli Agricoltori italiani, quindi, è urgente stringere il cerchio su questioni chiave contro il cambiamento climatico, con strumenti, più adeguati e flessibili, in ambito assicurativo e di gestione del rischio. Occorre portare a vantaggio delle imprese l’agricoltura di precisione e occuparsi della difesa attiva delle colture, incentivando investimenti in tecnologie specifiche di protezione sia tradizionali sia innovative e multifunzionali.





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