Una strage, un pezzo di storia dell'Italia, forse per troppo tempo messo da parte. Numero preciso di vittime ancora da definire: tra 3mila e 5mila, ma alcuni studiosi ipotizzano 11mila. Pulizia etnica: civili e militari italiani autoctoni di Istria, Dalmazia e Venezia Giulia epurati durante la seconda guerra mondiale e subito dopo, perché oppositori reali o presunti del regime comunista di Tito. Chi si salva e scappa vive un controsenso: è profugo in Patria. Fondamentale mantenere viva la memoria dunque, da qui il Giorno del Ricordo, istituito in Italia nel 2004 e a San Marino nel 2007: “Il rischio più grave – commenta il presidente della Repubblica Mattarella – non è il confronto di idee, ma l'indifferenza che genera rimozione e oblio”.
“Questa tragedia – aggiunge la premier Meloni - è stata per troppi anni vittima di una congiura del silenzio”. Tra le tante iniziative italiane, anche quelle di Rimini: gli studenti del liceo Giulio Cesare/Valgimigli hanno potuto ascoltare la testimonianza di Giovanni Ruzzier, esule da Pirano dove lui e la sua famiglia furono perseguitati. "Sono stato arrestato a 14 anni per propaganda anti-jugoslava - racconta Ruzzier, esule e referente dell’Unione degli Istriani -. I nostri beni sono stati confiscati, anche le tombe. Ho seppellito i miei genitori a Pirano, dove sono nato, solo perché ho pagato l'affitto delle tombe". La memoria è un filo rosso che le nuove generazioni devono continuare a tessere. Per questo gli studenti partecipano attivamente alla celebrazione, raccontando riflessioni e letture svolte in classe. "Gli insegnanti hanno lavorato con le classi anche in collaborazione con il Comune - spiega Chiara Bellini, vicesindaca di Rimini -. Stiamo portando avanti un progetto sulla memoria e sul ricordo che parte proprio dalle scuole".
Nel video le interviste a Giovanni Ruzzier, esule e referente dell’Unione degli Istriani, e Chiara Bellini, vicesindaca di Rimini