da Roma Antonello De Fortuna e Francesca Biliotti
Oggi per la prima volta Montecitorio è andato al voto due volte, la prima è stata un'altra fumata nera, la seconda iniziava alle 17. Andrà a vuoto tra astensioni del centrodestra e schede bianche del centrosinistra. Ma per la settima, domani alle 9.30, si riapre la trattativa. Salvini va da Draghi. Poi vede Letta e Conte. In aula alla Camera capannelli di grandi elettori intorno a Casini. In caso di nuova fumata nera, l'ottava votazione del Parlamento in seduta comune è fissata per domani alle 16.
La Camera dunque raddoppia i suoi sforzi, mattina e pomeriggio. Il centrodestra aveva puntato sulla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, secondo il centrosinistra si trattava di una forzatura, mentre Salvini e altri sono comunque voluti andare alla conta e tentare un candidato. Ed eccoli i voti per la seconda carica dello Stato che si è immolata sull'altare delle votazioni: 382 le schede a suo favore, quando il giorno prima, per l'astensione, i grandi elettori erano stati 441. I franchi tiratori alla fine sono stati almeno 70, che hanno disperso il voto tra Berlusconi, Tajani, insomma altre personalità del centrodestra. Ma perché si è arrivati al nome della Casellati? Il centrosinistra invece come valutava questa operazione?
Nel video le interviste a Jacopo Morrone, deputato Lega; Maurizio Gasparri, senatore Forza Italia; Marco Marin, deputato Coraggio Italia, Antonio Misiani, senatore Partito Democratico; Laura Boldrini, deputata Partito Democratico