Logo San Marino RTV

Protesta delle donne Ucraine davanti alla prefettura: "Fateci restare a Rimini"

4 apr 2022

“Sappiamo di essere arrivati in tanti a Rimini, ma non per caso. Siamo qui perché abbiamo parenti e amici. Senza conoscere la lingua, senza i nostri mariti, qualcuno che ci è vicino per noi è la cosa più importante. E' l'unica cosa che ci da conforto. Vi supplichiamo di farci restare”.

E' l'appello, disperato, delle profughe ucraine. Un centinaio, questa mattina, davanti alla prefettura. Nelle braccia i figli, dai sorrisi timidi. Con la mano sul cuore intonano l'inno del loro paese. Con 400 rifugiati, Rimini ha il primato, in Italia, dell'ospitalità. Gli hotel della riviera hanno subito dato un tetto a chi fuggiva dalle bombe. Ma c'è una stagione turistica alle porte, e dopo la prima accoglienza, i profughi sono stati destinati ad altre regioni, strappati per la seconda volta dai propri affetti, per una destinazione ignota, accolti – in alcuni casi – in luoghi con scarsa igiene. C'è chi lamenta situazioni di degrado e ha chiesto di tornare indietro.

“Sappiamo di essere in tanti”, ripetono spesso, quasi a scusarsi. Ringraziano gli albergatori riminesi ma chiedono compassione: non vogliono lasciare quella che già chiamano la loro seconda casa, l'unico luogo dove si sentono al sicuro. Si rivolgono a Prefetto, Presidente della Regione e Sindaco: “Come potete pensare di estorcere rinunce scritte all'ospitalità pubblica a chi non si imbarca su quei bus lasciando qui madri e sorelle?” Si firmano “bambini e donne ucraini scappati dalla guerra e arrivati a Rimini”. Questa mattina altri 53 dovevano essere trasferiti fuori regione, ma l'operazione è stata annullata.

Monica Fabbri






Riproduzione riservata ©