"Professionisti della tecnica predatoria dotati di abilità manuale e in possesso di una strategia operativa consolidata dalla reiterazione delle condotte", "criminali seriali dotati di elevata professionalità ed organizzazione sul piano strettamente operativo nel compimento cioè delle reiterate azioni criminose. Non si ritiene però pienamente formata la prova della sussistenza del reato associativo, sotto vari profili".
È uno dei passaggi delle motivazioni della sentenza del gup di Ancona Paola Moscaroli, che il 30 luglio scorso, in abbreviato, ha condannato a pene da 12 ai 10 anni la cosiddetta 'banda dello spray', sei giovani della Bassa Modenese che la notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018 agirono nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, spruzzando sostanza urticante per creare confusione e approfittarne per rubare collanine e monili. Nella calca morirono 6 persone. I ragazzi sono stati ritenuti colpevoli di omicidio preterintenzionale, lesioni personali anche gravi, singoli episodi di furti e rapine ma non del reato associativo.
Tragedia Corinaldo: emesse le motivazioni della sentenza di primo grado
30 ott 2020
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