20 anni fa l'attacco alle Torri Gemelle; Joe Biden ha scelto allora una data simbolo, per il completo ritiro dei militari statunitensi dall'Afghanistan: l'11 settembre. E' ora di porre fine a questa lunga guerra, ha detto il Presidente USA; in realtà l'annuncio non fa che posticipare la deadline del primo maggio precedentemente negoziata dall'Amministrazione Trump; ritardo accolto con ostilità dai talebani, che diserteranno la conferenza di pace di Istanbul. Almeno 100.000 le vittime civili, a causa del conflitto. Oggi, a Kabul, l'incontro fra il Segretario di Stato statunitense Blinken ed il presidente afghano Ashraf Ghani. Ma con più di metà del territorio già in mano agli insorti la situazione si fa ora assai critica per i governativi. “Il ritiro delle truppe alleate e dei contractors - osserva l'analista Gianandrea Gaiani -, determinerà un progressivo e rapido crollo delle capacità operative delle forze di Kabul”. Dal primo maggio il disimpegno delle truppe anche degli altri Paesi della Coalizione NATO, fra i quali l'Italia, che schiera fino a 800 militari in Afghanistan. Gaiani parla di un “bilancio di esperienza positivo, da un punto di vista militare”; “ma sul piano politico e strategico – aggiunge – il bilancio per l'Italia, come per gli USA e per tutta la NATO, è decisamente fallimentare; la guerra in Afghanistan l'Alleanza Atlantica e gli americani l'hanno persa, e l'hanno persa contro un nemico a bassa tecnologia come gli insorti talebani”.
Nel servizio l'intervista a Gianandrea Gaiani – Direttore “Analisi Difesa”