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Afghanistan: secondo Lucio Caracciolo non ci saranno “flussi enormi” di profughi

Abbiamo sentito il Direttore di Limes, per un'analisi geopolitica. A Kabul, intanto, proseguono le evacuazioni, in una situazione di caos

23 ago 2021
Nel servizio l'intervista a Lucio Caracciolo - Direttore Limes
Nel servizio l'intervista a Lucio Caracciolo - Direttore Limes

“L'America soffriva, e adesso soffrirà ancora di più, di una crisi di credibilità”, afferma Lucio Caracciolo; in particolare presso gli alleati europei. La conseguenza inevitabile di questa crisi – sottolinea - è che soprattutto i Paesi più importanti – Germania, Francia, Italia, Spagna - “cominceranno a ragionare in termini diversi, riguardo al rapporto con l'America; capiranno che non possono più affidarsi completamente ad un capo-cordata che poi, al momento buono, quando non ne ha più bisogno, taglia la corda con tutti gli alleati”. Intanto è ancora caos all'aeroporto di Kabul.




Domani un G7 d'emergenza, per discutere di un eventuale slittamento – oltre il 31 agosto - del ritiro delle truppe, al fine di continuare le evacuazioni. Ma in questo caso vi saranno conseguenze, ammoniscono i talebani; che annunciano intanto di aver circondato la Valle del Panshir: ultimo nucleo di resistenza nel Paese. Le parti affermano di cercare negoziati pacifici; ma se falliranno, sottolinea l'Alleanza del Nord, siamo pronti a combattere. Da non escludere, dunque, l'ipotesi di una nuova guerra civile, con un aggravamento della già precaria situazione umanitaria. Secondo il Direttore di Limes, comunque, non vi saranno flussi enormi di profughi, come prospettano alcuni. "Penso che in questo momento gli afghani abbiano voglia di rimettere in sesto casa propria" - afferma - " e provare a trovare una qualche forma di convivenza".

Nel servizio l'intervista a Lucio Caracciolo - Direttore Limes






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