“La campagna è finita; ora inizia il lavoro”. Queste le prime parole pronunciate dopo l'investitura ufficiale. 55 anni, brexiteer della prima ora, ex ministro degli Esteri e già sindaco di Londra; Boris Johnson ha stravinto, secondo pronostico, la sfida con Jeremy Hunt – suo successore al Foreign Office -, ed è il nuovo leader dei Tory. 90.000 i voti ottenuti nel ballottaggio, affidato ai 160.000 iscritti del Partito Conservatore: uscito con le ossa rotte alle ultime Europee. Da domani assumerà anche la guida del Governo, dopo che Theresa May avrà formalizzato le sue dimissioni da premier nelle mani della Regina. “Faremo la Brexit entro il 31 ottobre – ha ribadito Johnson -; uniremo il Paese; sconfiggeremo Jeremy Corbyn”. A stretto giro la reazione di Bruxelles. “Credo che l'accordo raggiunto col Regno Unito sulla Brexit sia il migliore possibile e spero che questo venga compreso a Westminster”, ha dichiarato il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans. Secondo Moody's, tuttavia, le probabilità di un “no deal” sarebbero aumentate con l'elezione di Johnson. Tutto ciò mentre, in Spagna, Pedro Sanchez perdeva il primo voto di fiducia per formare un Governo, incassando 170 voti contrari e 124 a favore. 52 le astensioni. Giovedì si giocherà la partita decisiva, per il leader socialista: sarà sufficiente, infatti, la maggioranza semplice del Congresso per essere incaricato premier. Cruciale, a quanto pare, il raggiungimento di un accordo con Podemos, per far nascere un Esecutivo di coalizione. In caso contrario il rischio di nuove elezioni sarebbe concreto.
Boris Johnson nuovo leader dei Tory. Domani l'investitura da Premier
Sempre più concreto – dunque - lo scenario di un divorzio senza accordo da Bruxelles. In Spagna, intanto, Sanchez perde il primo voto di fiducia per formare il Governo
23 lug 2019
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