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Emirati Arabi: “Garantire sicurezza e stabilità in Afghanistan”

La corrispondenza settimanale di Elisabetta Norzi

22 ago 2021

A qualche giorno dalla conquista di Kabul da parte dei Talebani, è arrivata la prima dichiarazione del Ministro degli esteri emiratino. Abu Dhabi, che ha confermato di ospitare l'ex presidente afgano Ashraf Ghani e la sua famiglia “per motivi umanitari”, chiede che tutte le parti si impegnino innanzitutto a tutelare e proteggere i cittadini. "Gli Emirati Arabi - si legge in una dichiarazione pubblicata dall'agenzia di stampa statale Wam - hanno confermato che stanno seguendo da vicino i recenti sviluppi nel fraterno Afghanistan, e sottolineano la necessità di raggiungere urgentemente stabilità e sicurezza". Intanto le autorità aeronautiche del Paese hanno sospeso tutti i voli verso Kabul.



Ma quali sono le implicazioni del ritiro degli Stati Uniti dall'Afghanistan sulla sicurezza del Golfo? E' un preludio ad un graduale ritiro militare anche dalla Penisola Arabica? A chiederselo è Abdulkhaleq Abdulla, professore di Scienze politiche ed ex-presidente del Consiglio arabo per le scienze sociali, in un editoriale pubblicato dal quotidiano Gulf news.

Secondo il professore, i Paesi del Golfo devono ora sviluppare la capacità di autodifesa, rafforzando la cooperazione militare e unendo i propri eserciti a livello operativo e istituzionale. “Un esercito del Golfo unificato – scrive - è diventato più urgente che mai”.

Ma la sicurezza di questa area del mondo non è solo responsabilità delle petromonarchie: ha infatti una dimensione internazionale, per la sua posizione strategica e per la ricchezza petrolifera. Dallo stretto di Hormuz passa il 40% del petrolio mondiale e i dirottamenti e gli attacchi a navi che transitano in questa fetta di mare sono quasi all'ordine del giorno, e si sono intensificati negli ultimi mesi. E proprio l'internazionalizzazione della sicurezza del Golfo, ovvero l'impegno di quanti più Paesi a difendere l'area – sottolinea Abdulla – fa parte dell'era post-americana, anche per quanto riguarda i rapporti con l'Iran.

Dagli errori degli Stati Uniti, insomma, sarà necessario che gli Stati del Golfo traggano una lezione, conclude l'editoriale: è tempo di ridurre la dipendenza da Washington e la fiducia negli Stati Uniti deve essere rivista.

Elisabetta Norzi




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