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I sostenitori di Trump assaltano Parlamento. Biden: minaccia alla democrazia senza precedenti

interrotto il processo di certificazione della vittoria di Joe Biden, mentre i Dem conquistano il Senato

6 gen 2021
@cnn
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Il mondo è sotto shock per un assalto senza precedenti, con scontri e feriti, a Capitol Hill, il cuore della democrazia americana. Ad attaccarlo sono stati migliaia di fan di Donald Trump mentre era in corso la seduta del Congresso per certificare la vittoria di Joe Biden, nello stesso giorno in cui i dem hanno conquistato il Senato e quindi l'intero parlamento. Dopo aver sfondato le recinzioni e i deboli cordoni di polizia, i supporter, alcuni armati e in mimetica, hanno infranto alcune finestre e hanno fatto irruzione nel Campidoglio.

Un blitz che solleva molti interrogativi su come le forze dell'ordine si fossero preparate ad una protesta prevista da giorni. Al parlamento è scattato il lockdown, la seduta è stata sospesa, la polizia ha dovuto impugnare le armi per difendere gli eletti e usare i lacrimogeni nella storica rotonda del Congresso, ordinando a deputati e senatori di indossare la maschera antigas e di stendersi a terra. Mike Pence, che presiedeva la sessione, è stato scortato fuori dal Senato mentre un supporter di Trump si accomodava sul suo scranno. E' stata quindi mobilitata la guardia nazionale e proclamato il coprifuoco in città ma questo non ha impedito nel frattempo scene di violenza e guerriglia. Feriti diversi agenti e, gravemente, una donna, colpita al petto da un colpo d'arma da fuoco. "

"Questa non è una protesta, è un'insurrezione. La nostra democrazia è sotto un assalto senza precedenti, un assalto contro i rappresentanti del popolo", ha denunciato Joe Biden esortando Trump ad andare in tv a chiedere la fine dell'assedio. Cosa che il presidente ha fatto solo dopo un lungo silenzio e due deboli e tardivi tweet in cui chiedeva ai suoi sostenitori di stare tranquilli: "L'elezione ci è stata rubata, ma dovete andare a casa. Non vogliamo che nessuno resti ferito". Ma a fomentare la protesta e a incendiare il Paese è stato proprio Trump, che continua pericolosamente a rifiutare di riconoscere la sconfitta. 


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