Da marzo l'Unione europea è la prima istituzione al mondo ad aver normato il settore dell'intelligenza artificiale. La legge ne disciplina uso, sviluppo e immissione nel mercato. Ma il tema rimane molto discusso ed è arrivato anche sul tavolo del G7 in Puglia ieri, con il monito del Papa: “Deve rimanere sempre al servizio dell'uomo”. Ma con la nuova legge in vigore come cambiano le prospettive? "Con uno sforzo modesto siamo riusciti ad arrivare a intelligenze artificiali che sono ottimi assistenti, arrivando a fare circa il 70-80% del lavoro al posto nostro - risponde Alessandro Curioni, esperto in cyber sicurezza -. Per un'ulteriore salto di qualità, per arrivare al 100%, bisogna capire se ne valga la pena. Non solo in termini di rischi, ma proprio di energia consumata per addestrare l'AI, in un periodo di transizione ecologica. Credo che nei prossimi anni ci troveremo davanti a questo bivio".
Quando si parla di intelligenza artificiale spesso emergono dubbi sull'etica, o meglio, sull'uso etico di questo strumento. "Non credo se ne possa occupare una legge - commenta Curioni -. Perché l'etica e la cultura cambiano da Paese a Paese e da zona a zona: difficile mettere tutti d'accordo. Al massimo può rientrare la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Il compito è lasciato dunque a noi umani, che confrontandoci civilmente dobbiamo trovare la quadratura difficilissima di questo cerchio".
Nel video l'intervista a Alessandro Curioni, esperto in cyber sicurezza