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Israele: la decisione di attaccare l’Iran verrà presa solo se non vi sarà altra scelta

La corrispondenza di Massimo Caviglia

13 giu 2023
Massimo CavigliaLa corrispondenza di Massimo Caviglia
La corrispondenza di Massimo Caviglia

Si è svolto ieri un briefing, sul tema della sfida nucleare iraniana, con gli esperti dell’Istituto israeliano per gli Studi sulla Sicurezza Nazionale. Ha partecipato all’incontro il Direttore della divisione Ricerca e Sviluppo della Difesa e membro del comitato scientifico del sistema antimissile Iron Dome; erano presenti il Responsabile del “Programma Iran”, già a capo della Divisione Ricerca del Mossad e vice Direttore del Ministero Affari Strategici; il Direttore del programma di ricerca sulla Siria, già analista dell’Esercito e specializzato su Hamas, Hezbollah e antiterrorismo; e l’ex vice Consigliere per la Sicurezza Nazionale, specializzato nel conflitto israelo-palestinese.

Gli esperti hanno sottolineato come l’Iran sia coinvolto in tutti i tentativi di destabilizzare la regione, portando alcuni Paesi come l’Arabia Saudita ad avviare un suo programma nucleare per difendersi. E anche se Teheran è molto attenta ad evitare l’isolamento politico internazionale, agendo soprattutto tramite gli alleati, la sua minaccia atomica si fa sempre più aggressiva: il Leader Supremo Khamenei ha dichiarato che il mondo non potrebbe fermare l'Iran dall'ottenere un’arma nucleare se solo lo volesse, e che l’attuale progetto è in linea con "i princìpi islamici".

Un rapporto dell’Istituto di Ricerche di Stoccolma ha rivelato che la Russia possiede circa 5800 bombe atomiche, gli Stati Uniti 5200, la Cina 400, e l’Iran potrebbe realizzare 5 ordigni nucleari in poche settimane. Il rapporto sostiene che Israele abbia 90 bombe atomiche, ma quando si parla di armi nucleari non è mai una sfida numerica. Gli esperti israeliani hanno sottolineato come, nell’Esercito e nei Servizi di Intelligence, nessuno voglia arrivare ad un attacco all’Iran, ma occorre avere pronta un’opzione militare perché lo Stato non può permettersi di “bluffare”; la decisione verrà presa solo se non vi sarà altra scelta. Il negoziato segreto fra Washington e Teheran di questi giorni, grazie alla mediazione dell’Oman, su un accordo nucleare provvisorio, che non sia quindi sottoposto a un voto del Congresso americano, e permetta all’Iran di alleggerire le sanzioni, non è dato sapere se terrà conto delle esigenze di sicurezza di Israele o se sia l’ennesimo tentativo di Teheran di illudere l’Occidente per continuare ad arricchire l’uranio.

Massimo Caviglia





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