Il conflitto russo-ucraino, gli sforzi per trovare un accordo, il dibattito sull'invio di armi all'Ucraina nell'analisi del Generale Giovanni Ramunno.
“Avevamo sperato di trovare una convergenza di interessi, un assetto mondiale che potesse pacificamente garantire l'economia, la finanza, la civile convivenza e invece purtroppo la violenza s'è riaffacciata. Una violenza anche difficile da giustificare, ai nostri occhi. Nessuna guerra è infinita; troveremo un accordo, ma ci vuole molto più di quello che abbiamo investito finora. Altri consessi possono essere sperimentati, ma ci vogliono iniziative politiche serie, basate su ragionevoli condizioni che garantiscano la convergenza degli interessi.
L'invio di armi è riconducibile nel diritto internazionale, purché siano armi difensive. Questo aspetto, della natura di queste armi, ritengono non sia sufficientemente approfondito sui media. Nelle democrazie dove le opposizioni sono molto più agguerrite e l'opinione pubblica più informata - come le democrazie occidentali anglosassoni - queste motivazioni sono state approfondite; hanno motivato e spiegato quali armi hanno spedito e la natura di queste armi. Nessuna arma offensiva che potesse anche solo lontanamente minacciare lo Stato aggressore è stata inviata”.