Il discorso della Reggenza
La Reggenza desidera rivolgere a Sua Eccellenza Monsignor Adriano Bernardini, Nunzio Apostolico e Decano del Corpo Diplomatico e Consolare accreditato in Repubblica, un saluto fraterno e sentimenti di profonda gratitudine per l’alto messaggio augurale appena pronunciato che racchiude, oltre all’indirizzo benaugurante per l’avvio del nuovo semestre, il forte monito per una pace che passi attraverso il pieno rispetto della persona.
La Reggenza fa proprio il richiamo alla necessità che, in un contesto mondiale minacciato oggi dalle insidie degli estremismi irrazionali e distruttivi, il cuore della pace risieda nella piena realizzazione della dignità dell’essere umano, naturalmente correlata con il rispetto dell’altrui esistenza.
Nel rinnovare a Sua Eccellenza Bernardini un ringraziamento sincero per le espressioni pronunciate a nome e per conto dei Rappresentanti di Stati e Organismi multilaterali accreditati in Repubblica, la Reggenza desidera rivolgere a tutti i presenti, nel ruolo specifico di Plenipotenziari di una comunità internazionale sempre più articolata e complessa, un saluto deferente e sentimenti di vivo apprezzamento per l’alto incarico che sono chiamati a espletare.
Siamo oggi profondamente scossi per i più recenti episodi di terrore e di violenza inaudita che, colpendo la città di Bruxelles, hanno ferito il cuore dell’Europa, provocando nuovamente immani sofferenze.
All’avvio dell’odierna Cerimonia la Reggenza sente forte il dovere, istituzionale e personale, di rinnovare all’Ambasciatore del Regno del Belgio, oggi in questa sala, e Suo tramite, alle Istituzioni e al popolo belga, i sentimenti del più sincero cordoglio per le tante vittime delle stragi di pochi giorni fa, richiamando la necessità che solo da una condivisa unità tra Stati possano nascere le risposte più proprie a fronteggiare chi attenta la cultura della libertà e della democrazia.
Allo stesso modo esprimiamo un sincero cordoglio all’Ambasciatore del Pakistan, anch’egli convenuto a San Marino, per la strage crudele che, nel colpire famiglie e bambini in un particolare momento ricreativo, porta il marchio dell’oscuro fenomeno delle più vili aggressioni alle fedi religiose e alla cultura, che pare non conoscano confini.
Proteggiamo allora, insieme, le nostre roccaforti di civiltà, perché in gioco è il futuro che vogliamo trasferire ai nostri figli; un futuro in cui la dignità dell’essere umano deve essere riportata al centro delle strategie internazionali.
Con sentimenti di alto onore e di vivo compiacimento la Reggenza accoglie il Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, Antonio Patuelli, oggi a San Marino nella particolare veste di Oratore Ufficiale della Cerimonia di Insediamento dei Capitani Reggenti.
Conosciamo e apprezziamo il Presidente Patuelli non solo nella sua qualifica di massimo rappresentante del mondo bancario italiano, bensì anche nei ruoli di imprenditore, di politico, di giornalista che sono propri della sua policroma esperienza professionale e personale; l’omaggio che il Presidente ha inteso rendere alla Repubblica, interpretando l’alto adempimento istituzionale così caro alle nostre tradizioni repubblicane, vuol essere altresì, da parte dei sammarinesi, l’indiscusso riconoscimento del percorso virtuoso dell’Illustre Ospite.
Con viva gratitudine e profonda attenzione ascolteremo dunque un’Orazione Ufficiale che saprà infondere ai sammarinesi e al pubblico convenuto - ne siamo assolutamente certi - sensibili elementi di conoscenza e spunti di riflessione anche sul cammino intrapreso dalla Repubblica nel più ampio contesto europeo, frutto di una saggezza e di un acume notori, maturati attraverso saldi principi etici e giuridici; ci piace, a tal riguardo, riprendere una frase emblematica del Presidente, pronunciata in occasione della sua nomina ai vertici dell’Associazione Bancaria:
“Crediamo e operiamo per un’economia soggetta all’Etica e al Diritto: se un’operazione è ammissibile per legge, ma contrastante con l’Etica, non deve essere effettuata: le questioni di principio prevalgano sempre”.
Parole, queste, che racchiudono il senso che la Repubblica di San Marino ha costantemente voluto trasferire nelle regole che determinano il buon funzionamento della sua vita politica e istituzionale.
Con altrettanta soddisfazione la Reggenza saluta l’Ambasciatore d’Italia a San Marino, Vice Decano del Corpo Diplomatico e Consolare e rappresentante della Nazione più intimamente interconnessa alle nostre vicende interne e internazionali, cui ci unisce peraltro un’antica e fraterna amicizia.
Confidiamo nel progressivo consolidamento delle numerose convergenze che sono alla base dello sviluppo economico e sociale dei due Stati; ancor più in questa fase, che vede la Repubblica impegnata in un articolato confronto con le Istituzioni comunitarie europee, riteniamo infatti necessario che prevalga un altrettanto sereno e proficuo rapporto con l’amica Nazione Italiana che, per ruolo e influenza strategica, è indubbiamente un riferimento essenziale e un interlocutore privilegiato nell’attuale percorso negoziale.
Le frontiere dell’Europa, se da un lato richiamano i più recenti fenomeni correlati all’immigrazione e alle vicende tristemente note che la coinvolgono nella sua quasi totalità, dall’altro rappresentano per la Repubblica una proiezione e un obiettivo importanti, finalizzati al perfezionamento di un Accordo di Associazione con l’Unione Europea, insieme a Monaco e ad Andorra.
La Repubblica sta perseguendo, attraverso la forma associativa che si riterrà più opportuna, una forma di integrazione che possa consentire di togliere gli svantaggi derivanti dall’essere considerato Stato terzo.
Siamo consapevoli che la forma associativa cui si sta lavorando non toglierà al Paese tale status, ma potrà comunque consentirgli di essere considerato equivalente, nelle materie che faranno parte dell’Accordo medesimo.
La maggior integrazione europea per la Repubblica avverrà dunque nella salvaguardia e nell’affermazione della sua sovranità, che verrà in tal modo proiettata al di là dei propri confini, in un contesto di norme condiviso, pur nel rispetto e nel riconoscimento della propria identità.
Lo scenario internazionale nel quale prende avvio il nostro incarico semestrale alla Suprema Magistratura dello Stato, ci induce a una prima e profonda riflessione sul ruolo dell’Europa, anche in relazione al fenomeno di un’immigrazione difficilmente controllabile, unita a un massiccio esodo di profughi da intere aree di guerra, in cerca di una salvezza non sempre garantita.
La ricerca di soluzioni sostenibili sta impegnando un’Europa che, ora più che mai, oltre alla necessaria integrazione dei mercati e dell’economia, deve rivelarsi sempre più capace di coniugare il valore dei diritti, esprimendo pienamente quell’anima storica e politica, propugnata dai suoi stessi Padri Fondatori e oggi richiamata a viva voce senza indugi.
Le immagini e i drammi che rimbalzano all’interno dei nostri Paesi, riconducibili a un estremismo radicalizzato che pare non voglia ragionare in termini di dialogo e di soluzioni condivise ci richiamano, come in altri momenti della nostra storia più o meno recente, ad un preciso dovere istituzionale e di solidale assistenza;
la Reggenza auspica che l’intervento del Governo e della società civile in direzione di un impegno umanitario attuabile anche in Repubblica non ci trovi impreparati, né pervasi da sentimenti di chiusura o diffidenza; San Marino ritiene che, nell’odierna fase di emergenza, il sostegno a distanza per tante vittime di conflitti ingiustificati sia doveroso e necessario, al pari dell’accoglienza verso coloro che, attraverso viaggi disperati e disumani, raggiungono le nostre terre in cerca di un futuro e di un’integrazione sostenibile.
Condividiamo pertanto il valore altamente simbolico di azioni che si inseriscono nel solco della nostra storica tradizione di ospitalità e di mutuo soccorso e incoraggiamo la volontà di adoperarsi che, attraverso il sostegno delle Istituzioni, - siamo certi - saprà contagiare Associazioni, enti e famiglie sammarinesi in un’azione di solidarietà concreta, saldamente ancorata alle nostre radici storiche e culturali, così che l’azione di oggi possa intrecciarsi saldamente con una tradizione d’asilo e di ospitalità che, nel secolo scorso, ha saputo comporre una delle pagine più belle e gloriose della storia sammarinese più recente.
L’accoglienza offerta ad oltre 100.000 sfollati durante il secondo conflitto mondiale mantiene viva, ancor oggi, la memoria di un incomparabile esempio di solidarietà e di civiltà.
La Reggenza sarà altresì garante della prosecuzione di un percorso di rinnovamento dell’azione politico-istituzionale, alla luce del più recente cammino condotto in direzione di un pieno ed effettivo recupero di affidabilità e di fiducia, correlato a un sistema che sta lasciando alle spalle la visione del passato.
Siamo consapevoli che si debba accompagnare il cambiamento in atto, mantenendo salda la barra dell’esclusivo interesse dei nostri cittadini e, dunque, del bene del Paese:
in questa solenne Cerimonia è facile che lo strumento della retorica, pur nella sua positiva accezione di efficace strumento dialettico, possa prevalere sui messaggi più pregnanti che si intende trasferire a una popolazione non ancora definitivamente uscita dalla pesante contrazione economica che da anni l’ha colpita.
La Reggenza, nel proprio alto ruolo super partes, sarà al servizio esclusivo delle istanze più urgenti che promanano ai vari livelli della società;
ci sta particolarmente a cuore la situazione dei nostri giovani, che più di altre categorie sono oggi ancora penalizzati nelle prospettive di occupazione e di piena fiducia nel futuro.
Ai più giovani devono essere garantite le migliori condizioni per sviluppare appieno il talento, le capacità e le attitudini proprie di ciascuno, non precludendo loro alcuna speranza di poter accedere, al nostro interno così come nei più ampi circuiti internazionali, alle migliori opportunità per affermarsi e, dunque, per affermare il valore del nostro patrimonio più prezioso.
Ai giovani e alle numerose famiglie di questa Repubblica che la crisi economica ha pesantemente toccato - è nostro fermo proposito accompagnarne il percorso - dovranno essere assicurati gli sforzi maggiori da parte delle Istituzioni e della intera società e potenziati tutti i provvedimenti che incentivano l’imprenditoria e l’occupazione giovanile in primis;
il soddisfacimento del sacrosanto diritto del cittadino, che è quello di poter lavorare, è oggi di cruciale rilevanza per le giovani generazioni perché talvolta, alla perdita di speranza in un futuro lavorativo libero e dignitoso, può far seguito un senso di scoramento e di delusione, che conduce a forme di profonda insoddisfazione.
Attraverso la ripresa, seppur lieve, registrata di recente dagli indicatori economici, auspichiamo che in tempi brevi possa riallacciarsi una catena di relazioni sociali e familiari forti, in uno sforzo congiunto proprio delle Istituzioni, delle categorie economiche e della società civile, capace di assicurare un avvenire più certo.
La politica oggi deve trovare la forza per premere sull’assetto istituzionale in maniera nuova ed effettivamente ripulita da dinamiche di un passato in cui una distorta visione dell’esercizio del potere ha sensibilmente frenato l’adeguamento alle trasformazioni in atto all’interno della comunità di Stati.
Oggi la ripartenza è rappresentata dal rinnovato sistema etico e normativo, frutto di un confronto ampio a livello parlamentare, per il quale dobbiamo riconoscere un impegno profondo di tutte le forze politiche, che ha determinato peraltro l’unanime riscontro anche da parte delle maggiori Organizzazioni Internazionali.
Un passaggio fondamentale, richiamato anche dalle importanti vicende giudiziarie in corso, risiede nella capacità di questo Paese di approntare misure nuove ed efficaci per contrastare il fenomeno della corruzione, che ha trovato debolezze e terreno fertile nel pregresso impianto politico, economico e istituzionale.
La percezione di una corruzione diffusa, di procedure non trasparenti, di forme clientelari e arbitrarie ampliatesi a macchia d’olio, è stata quanto di più pernicioso possa accadere ad una Amministrazione che, al contrario, deve infondere fiducia, garantire la rigorosa applicazione della norma e l’assoluta intransigenza dei servitori dello Stato.
La Reggenza si compiace degli sforzi che sono stati compiuti nell’ultimo periodo per contrastare tale percezione, per intraprendere definitivamente un percorso virtuoso e deciso di lotta al fenomeno corruttivo in tutto le sue accezioni, così come dei numerosi provvedimenti recentemente adottati, in particolare in conformità alle raccomandazioni del Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO), che rappresentano indicatori importanti di tale decisa e rinnovata volontà di adeguamento ai parametri internazionali.
Del pari, sono altresì determinanti per l’affermazione di un assetto economico-finanziario che sappia rigenerare spazi di competitività e di credibilità internazionali, i sensibili passi compiuti in direzione della trasparenza e di un impegno indirizzato a far sì che il sistema bancario e finanziario sammarinese possa giocare allo stesso livello degli omologhi europei, assumendo sempre più il ruolo di partner di fiducia e offrendo, al contempo, nuovi margini di operatività.
Il passaggio ora, necessario e ineludibile, risiede dunque nella capacità di tradurre il rinnovato impianto normativo e la rigenerata etica politica in opportunità di crescita sana, ispirata a quel modello di Stato in cui il cittadino possa sentirsi pienamente tutelato nei diritti e confortato dalla vicinanza delle Istituzioni, in una dialettica democratica che favorisca la partecipazione e il confronto.
A tal riguardo ci preme richiamare quel valore non negoziabile, di cui i sammarinesi devono andar assolutamente orgogliosi e che risiede nel più alto concetto di libertà, che ha abbattuto ogni resistenza nel corso dei secoli e irrobustito lo spirito di un popolo che, non sempre, ne ha fatto pienamente tesoro, poiché ritenuto intimamente correlato alla sua stessa esistenza.
Dobbiamo dunque ripensare senza spinte demagogiche a questa prerogativa sovrana, non così comune al senso di appartenenza alle comunità: la libertà che le più antiche Istituzioni ci hanno tramandato indenne nei secoli e affidato al corso della storia sammarinese, non è un’eccezione o un’anomalia dello Stato, ma rappresenta ancor oggi la spinta propulsiva a riconoscersi membri di una Repubblica che si è sempre mantenuta libera dai domini altrui e rispettata nel suo status originario e sovrano.
Eloquenti le parole espresse qualche giorno fa dal noto giurista Gustavo Zagrebelsky, Presidente emerito della Corte Costituzionale Italiana, convenuto in Repubblica in occasione della celebrazione del 110° anniversario dell’Istituto dell’Arengo e che la Reggenza fa proprie per il riconoscimento condiviso dei tanti privilegi e delle altrettante potenzialità che appartengono a questa Terra.
Siamo pienamente concordi nel ritenere che la politica e l’economia possano aiutare la cultura, ma che la stessa possa comunque sopravvivere, poiché può dare ordine, senso e visione del futuro attraverso le proprie energie, essendo sovrana di sé stessa.
La vocazione di San Marino, a tal riguardo, quale terra al servizio della cultura, non può non aprire ancora una volta l’orizzonte dell’affermazione del valore più forte della propria identità e dunque della sua innata libertà.
La Repubblica possiede ampie premesse di vocazioni culturali; premesse che occorre valorizzare per il suo pieno sviluppo, nella continuità di un antico patrimonio che la fa risplendere e la può elevare a polo di attrazione culturale, in conformità ai più alti riconoscimenti tributati dall’UNESCO non soltanto per i meriti ambientalistici, bensì per i profondi indicatori di civiltà che si leggono all’interno delle sue storiche mura.
In questo spirito invochiamo una nuova stagione, in cui le ragioni proprie del pluralismo di idee che compongono il quadro politico-istituzionale della Repubblica, possano intimamente saldarsi con le ragioni di un popolo che rivendica una profonda serietà nell’azione politica, che crede nell’onestà e che pretende correttezza.
Auspichiamo altresì che la logica del confronto democratico possa sempre prevalere su polemiche e litigiosità arbitrarie, utili soltanto ad affermare il deficit di mediazione politica e ad incrinare quel senso di responsabilità e di maturità che il popolo si attende.
Con questi auspici prende avvio quest’alto semestre reggenziale, proprio nell’anno in cui si svolge il Giubileo della Misercordia, indetto da Sua Santità Papa Francesco e che invita all’accoglienza dell’altro, nel riconoscimento dell’incommensurabile valore insito in ogni essere umano.
Nello spirito degli appelli costantemente invocati dal Santo Padre, vogliamo trarre il monito più forte da poter imprimere ai nostri cittadini, per far sì che negli stessi prevalga sempre e comunque il senso pieno della comprensione tra il popolo e nel rapporto tra questi e le Istituzioni e si affermi una comune ragione, asservita unicamente al bene del Paese e alla solidità dei suoi valori.
È accorato auspicio della Reggenza che tutti i cittadini concorrano ad aver cura della Repubblica, facendo vivere i suoi principi nella vita quotidiana, siano solidalmente vicini ai più deboli e forti nella difesa della sua identità, contribuendo a mantener viva la convinzione che ogni sammarinese rappresenti un’eccellenza della nostra onorata Storia.
La Reggenza desidera rivolgere a Sua Eccellenza Monsignor Adriano Bernardini, Nunzio Apostolico e Decano del Corpo Diplomatico e Consolare accreditato in Repubblica, un saluto fraterno e sentimenti di profonda gratitudine per l’alto messaggio augurale appena pronunciato che racchiude, oltre all’indirizzo benaugurante per l’avvio del nuovo semestre, il forte monito per una pace che passi attraverso il pieno rispetto della persona.
La Reggenza fa proprio il richiamo alla necessità che, in un contesto mondiale minacciato oggi dalle insidie degli estremismi irrazionali e distruttivi, il cuore della pace risieda nella piena realizzazione della dignità dell’essere umano, naturalmente correlata con il rispetto dell’altrui esistenza.
Nel rinnovare a Sua Eccellenza Bernardini un ringraziamento sincero per le espressioni pronunciate a nome e per conto dei Rappresentanti di Stati e Organismi multilaterali accreditati in Repubblica, la Reggenza desidera rivolgere a tutti i presenti, nel ruolo specifico di Plenipotenziari di una comunità internazionale sempre più articolata e complessa, un saluto deferente e sentimenti di vivo apprezzamento per l’alto incarico che sono chiamati a espletare.
Siamo oggi profondamente scossi per i più recenti episodi di terrore e di violenza inaudita che, colpendo la città di Bruxelles, hanno ferito il cuore dell’Europa, provocando nuovamente immani sofferenze.
All’avvio dell’odierna Cerimonia la Reggenza sente forte il dovere, istituzionale e personale, di rinnovare all’Ambasciatore del Regno del Belgio, oggi in questa sala, e Suo tramite, alle Istituzioni e al popolo belga, i sentimenti del più sincero cordoglio per le tante vittime delle stragi di pochi giorni fa, richiamando la necessità che solo da una condivisa unità tra Stati possano nascere le risposte più proprie a fronteggiare chi attenta la cultura della libertà e della democrazia.
Allo stesso modo esprimiamo un sincero cordoglio all’Ambasciatore del Pakistan, anch’egli convenuto a San Marino, per la strage crudele che, nel colpire famiglie e bambini in un particolare momento ricreativo, porta il marchio dell’oscuro fenomeno delle più vili aggressioni alle fedi religiose e alla cultura, che pare non conoscano confini.
Proteggiamo allora, insieme, le nostre roccaforti di civiltà, perché in gioco è il futuro che vogliamo trasferire ai nostri figli; un futuro in cui la dignità dell’essere umano deve essere riportata al centro delle strategie internazionali.
Con sentimenti di alto onore e di vivo compiacimento la Reggenza accoglie il Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, Antonio Patuelli, oggi a San Marino nella particolare veste di Oratore Ufficiale della Cerimonia di Insediamento dei Capitani Reggenti.
Conosciamo e apprezziamo il Presidente Patuelli non solo nella sua qualifica di massimo rappresentante del mondo bancario italiano, bensì anche nei ruoli di imprenditore, di politico, di giornalista che sono propri della sua policroma esperienza professionale e personale; l’omaggio che il Presidente ha inteso rendere alla Repubblica, interpretando l’alto adempimento istituzionale così caro alle nostre tradizioni repubblicane, vuol essere altresì, da parte dei sammarinesi, l’indiscusso riconoscimento del percorso virtuoso dell’Illustre Ospite.
Con viva gratitudine e profonda attenzione ascolteremo dunque un’Orazione Ufficiale che saprà infondere ai sammarinesi e al pubblico convenuto - ne siamo assolutamente certi - sensibili elementi di conoscenza e spunti di riflessione anche sul cammino intrapreso dalla Repubblica nel più ampio contesto europeo, frutto di una saggezza e di un acume notori, maturati attraverso saldi principi etici e giuridici; ci piace, a tal riguardo, riprendere una frase emblematica del Presidente, pronunciata in occasione della sua nomina ai vertici dell’Associazione Bancaria:
“Crediamo e operiamo per un’economia soggetta all’Etica e al Diritto: se un’operazione è ammissibile per legge, ma contrastante con l’Etica, non deve essere effettuata: le questioni di principio prevalgano sempre”.
Parole, queste, che racchiudono il senso che la Repubblica di San Marino ha costantemente voluto trasferire nelle regole che determinano il buon funzionamento della sua vita politica e istituzionale.
Con altrettanta soddisfazione la Reggenza saluta l’Ambasciatore d’Italia a San Marino, Vice Decano del Corpo Diplomatico e Consolare e rappresentante della Nazione più intimamente interconnessa alle nostre vicende interne e internazionali, cui ci unisce peraltro un’antica e fraterna amicizia.
Confidiamo nel progressivo consolidamento delle numerose convergenze che sono alla base dello sviluppo economico e sociale dei due Stati; ancor più in questa fase, che vede la Repubblica impegnata in un articolato confronto con le Istituzioni comunitarie europee, riteniamo infatti necessario che prevalga un altrettanto sereno e proficuo rapporto con l’amica Nazione Italiana che, per ruolo e influenza strategica, è indubbiamente un riferimento essenziale e un interlocutore privilegiato nell’attuale percorso negoziale.
Le frontiere dell’Europa, se da un lato richiamano i più recenti fenomeni correlati all’immigrazione e alle vicende tristemente note che la coinvolgono nella sua quasi totalità, dall’altro rappresentano per la Repubblica una proiezione e un obiettivo importanti, finalizzati al perfezionamento di un Accordo di Associazione con l’Unione Europea, insieme a Monaco e ad Andorra.
La Repubblica sta perseguendo, attraverso la forma associativa che si riterrà più opportuna, una forma di integrazione che possa consentire di togliere gli svantaggi derivanti dall’essere considerato Stato terzo.
Siamo consapevoli che la forma associativa cui si sta lavorando non toglierà al Paese tale status, ma potrà comunque consentirgli di essere considerato equivalente, nelle materie che faranno parte dell’Accordo medesimo.
La maggior integrazione europea per la Repubblica avverrà dunque nella salvaguardia e nell’affermazione della sua sovranità, che verrà in tal modo proiettata al di là dei propri confini, in un contesto di norme condiviso, pur nel rispetto e nel riconoscimento della propria identità.
Lo scenario internazionale nel quale prende avvio il nostro incarico semestrale alla Suprema Magistratura dello Stato, ci induce a una prima e profonda riflessione sul ruolo dell’Europa, anche in relazione al fenomeno di un’immigrazione difficilmente controllabile, unita a un massiccio esodo di profughi da intere aree di guerra, in cerca di una salvezza non sempre garantita.
La ricerca di soluzioni sostenibili sta impegnando un’Europa che, ora più che mai, oltre alla necessaria integrazione dei mercati e dell’economia, deve rivelarsi sempre più capace di coniugare il valore dei diritti, esprimendo pienamente quell’anima storica e politica, propugnata dai suoi stessi Padri Fondatori e oggi richiamata a viva voce senza indugi.
Le immagini e i drammi che rimbalzano all’interno dei nostri Paesi, riconducibili a un estremismo radicalizzato che pare non voglia ragionare in termini di dialogo e di soluzioni condivise ci richiamano, come in altri momenti della nostra storia più o meno recente, ad un preciso dovere istituzionale e di solidale assistenza;
la Reggenza auspica che l’intervento del Governo e della società civile in direzione di un impegno umanitario attuabile anche in Repubblica non ci trovi impreparati, né pervasi da sentimenti di chiusura o diffidenza; San Marino ritiene che, nell’odierna fase di emergenza, il sostegno a distanza per tante vittime di conflitti ingiustificati sia doveroso e necessario, al pari dell’accoglienza verso coloro che, attraverso viaggi disperati e disumani, raggiungono le nostre terre in cerca di un futuro e di un’integrazione sostenibile.
Condividiamo pertanto il valore altamente simbolico di azioni che si inseriscono nel solco della nostra storica tradizione di ospitalità e di mutuo soccorso e incoraggiamo la volontà di adoperarsi che, attraverso il sostegno delle Istituzioni, - siamo certi - saprà contagiare Associazioni, enti e famiglie sammarinesi in un’azione di solidarietà concreta, saldamente ancorata alle nostre radici storiche e culturali, così che l’azione di oggi possa intrecciarsi saldamente con una tradizione d’asilo e di ospitalità che, nel secolo scorso, ha saputo comporre una delle pagine più belle e gloriose della storia sammarinese più recente.
L’accoglienza offerta ad oltre 100.000 sfollati durante il secondo conflitto mondiale mantiene viva, ancor oggi, la memoria di un incomparabile esempio di solidarietà e di civiltà.
La Reggenza sarà altresì garante della prosecuzione di un percorso di rinnovamento dell’azione politico-istituzionale, alla luce del più recente cammino condotto in direzione di un pieno ed effettivo recupero di affidabilità e di fiducia, correlato a un sistema che sta lasciando alle spalle la visione del passato.
Siamo consapevoli che si debba accompagnare il cambiamento in atto, mantenendo salda la barra dell’esclusivo interesse dei nostri cittadini e, dunque, del bene del Paese:
in questa solenne Cerimonia è facile che lo strumento della retorica, pur nella sua positiva accezione di efficace strumento dialettico, possa prevalere sui messaggi più pregnanti che si intende trasferire a una popolazione non ancora definitivamente uscita dalla pesante contrazione economica che da anni l’ha colpita.
La Reggenza, nel proprio alto ruolo super partes, sarà al servizio esclusivo delle istanze più urgenti che promanano ai vari livelli della società;
ci sta particolarmente a cuore la situazione dei nostri giovani, che più di altre categorie sono oggi ancora penalizzati nelle prospettive di occupazione e di piena fiducia nel futuro.
Ai più giovani devono essere garantite le migliori condizioni per sviluppare appieno il talento, le capacità e le attitudini proprie di ciascuno, non precludendo loro alcuna speranza di poter accedere, al nostro interno così come nei più ampi circuiti internazionali, alle migliori opportunità per affermarsi e, dunque, per affermare il valore del nostro patrimonio più prezioso.
Ai giovani e alle numerose famiglie di questa Repubblica che la crisi economica ha pesantemente toccato - è nostro fermo proposito accompagnarne il percorso - dovranno essere assicurati gli sforzi maggiori da parte delle Istituzioni e della intera società e potenziati tutti i provvedimenti che incentivano l’imprenditoria e l’occupazione giovanile in primis;
il soddisfacimento del sacrosanto diritto del cittadino, che è quello di poter lavorare, è oggi di cruciale rilevanza per le giovani generazioni perché talvolta, alla perdita di speranza in un futuro lavorativo libero e dignitoso, può far seguito un senso di scoramento e di delusione, che conduce a forme di profonda insoddisfazione.
Attraverso la ripresa, seppur lieve, registrata di recente dagli indicatori economici, auspichiamo che in tempi brevi possa riallacciarsi una catena di relazioni sociali e familiari forti, in uno sforzo congiunto proprio delle Istituzioni, delle categorie economiche e della società civile, capace di assicurare un avvenire più certo.
La politica oggi deve trovare la forza per premere sull’assetto istituzionale in maniera nuova ed effettivamente ripulita da dinamiche di un passato in cui una distorta visione dell’esercizio del potere ha sensibilmente frenato l’adeguamento alle trasformazioni in atto all’interno della comunità di Stati.
Oggi la ripartenza è rappresentata dal rinnovato sistema etico e normativo, frutto di un confronto ampio a livello parlamentare, per il quale dobbiamo riconoscere un impegno profondo di tutte le forze politiche, che ha determinato peraltro l’unanime riscontro anche da parte delle maggiori Organizzazioni Internazionali.
Un passaggio fondamentale, richiamato anche dalle importanti vicende giudiziarie in corso, risiede nella capacità di questo Paese di approntare misure nuove ed efficaci per contrastare il fenomeno della corruzione, che ha trovato debolezze e terreno fertile nel pregresso impianto politico, economico e istituzionale.
La percezione di una corruzione diffusa, di procedure non trasparenti, di forme clientelari e arbitrarie ampliatesi a macchia d’olio, è stata quanto di più pernicioso possa accadere ad una Amministrazione che, al contrario, deve infondere fiducia, garantire la rigorosa applicazione della norma e l’assoluta intransigenza dei servitori dello Stato.
La Reggenza si compiace degli sforzi che sono stati compiuti nell’ultimo periodo per contrastare tale percezione, per intraprendere definitivamente un percorso virtuoso e deciso di lotta al fenomeno corruttivo in tutto le sue accezioni, così come dei numerosi provvedimenti recentemente adottati, in particolare in conformità alle raccomandazioni del Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO), che rappresentano indicatori importanti di tale decisa e rinnovata volontà di adeguamento ai parametri internazionali.
Del pari, sono altresì determinanti per l’affermazione di un assetto economico-finanziario che sappia rigenerare spazi di competitività e di credibilità internazionali, i sensibili passi compiuti in direzione della trasparenza e di un impegno indirizzato a far sì che il sistema bancario e finanziario sammarinese possa giocare allo stesso livello degli omologhi europei, assumendo sempre più il ruolo di partner di fiducia e offrendo, al contempo, nuovi margini di operatività.
Il passaggio ora, necessario e ineludibile, risiede dunque nella capacità di tradurre il rinnovato impianto normativo e la rigenerata etica politica in opportunità di crescita sana, ispirata a quel modello di Stato in cui il cittadino possa sentirsi pienamente tutelato nei diritti e confortato dalla vicinanza delle Istituzioni, in una dialettica democratica che favorisca la partecipazione e il confronto.
A tal riguardo ci preme richiamare quel valore non negoziabile, di cui i sammarinesi devono andar assolutamente orgogliosi e che risiede nel più alto concetto di libertà, che ha abbattuto ogni resistenza nel corso dei secoli e irrobustito lo spirito di un popolo che, non sempre, ne ha fatto pienamente tesoro, poiché ritenuto intimamente correlato alla sua stessa esistenza.
Dobbiamo dunque ripensare senza spinte demagogiche a questa prerogativa sovrana, non così comune al senso di appartenenza alle comunità: la libertà che le più antiche Istituzioni ci hanno tramandato indenne nei secoli e affidato al corso della storia sammarinese, non è un’eccezione o un’anomalia dello Stato, ma rappresenta ancor oggi la spinta propulsiva a riconoscersi membri di una Repubblica che si è sempre mantenuta libera dai domini altrui e rispettata nel suo status originario e sovrano.
Eloquenti le parole espresse qualche giorno fa dal noto giurista Gustavo Zagrebelsky, Presidente emerito della Corte Costituzionale Italiana, convenuto in Repubblica in occasione della celebrazione del 110° anniversario dell’Istituto dell’Arengo e che la Reggenza fa proprie per il riconoscimento condiviso dei tanti privilegi e delle altrettante potenzialità che appartengono a questa Terra.
Siamo pienamente concordi nel ritenere che la politica e l’economia possano aiutare la cultura, ma che la stessa possa comunque sopravvivere, poiché può dare ordine, senso e visione del futuro attraverso le proprie energie, essendo sovrana di sé stessa.
La vocazione di San Marino, a tal riguardo, quale terra al servizio della cultura, non può non aprire ancora una volta l’orizzonte dell’affermazione del valore più forte della propria identità e dunque della sua innata libertà.
La Repubblica possiede ampie premesse di vocazioni culturali; premesse che occorre valorizzare per il suo pieno sviluppo, nella continuità di un antico patrimonio che la fa risplendere e la può elevare a polo di attrazione culturale, in conformità ai più alti riconoscimenti tributati dall’UNESCO non soltanto per i meriti ambientalistici, bensì per i profondi indicatori di civiltà che si leggono all’interno delle sue storiche mura.
In questo spirito invochiamo una nuova stagione, in cui le ragioni proprie del pluralismo di idee che compongono il quadro politico-istituzionale della Repubblica, possano intimamente saldarsi con le ragioni di un popolo che rivendica una profonda serietà nell’azione politica, che crede nell’onestà e che pretende correttezza.
Auspichiamo altresì che la logica del confronto democratico possa sempre prevalere su polemiche e litigiosità arbitrarie, utili soltanto ad affermare il deficit di mediazione politica e ad incrinare quel senso di responsabilità e di maturità che il popolo si attende.
Con questi auspici prende avvio quest’alto semestre reggenziale, proprio nell’anno in cui si svolge il Giubileo della Misercordia, indetto da Sua Santità Papa Francesco e che invita all’accoglienza dell’altro, nel riconoscimento dell’incommensurabile valore insito in ogni essere umano.
Nello spirito degli appelli costantemente invocati dal Santo Padre, vogliamo trarre il monito più forte da poter imprimere ai nostri cittadini, per far sì che negli stessi prevalga sempre e comunque il senso pieno della comprensione tra il popolo e nel rapporto tra questi e le Istituzioni e si affermi una comune ragione, asservita unicamente al bene del Paese e alla solidità dei suoi valori.
È accorato auspicio della Reggenza che tutti i cittadini concorrano ad aver cura della Repubblica, facendo vivere i suoi principi nella vita quotidiana, siano solidalmente vicini ai più deboli e forti nella difesa della sua identità, contribuendo a mantener viva la convinzione che ogni sammarinese rappresenti un’eccellenza della nostra onorata Storia.
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