Quasi nove ore di dibattito nell'arco delle quali non sembrano essere diminuite le distanze tra le opposte fazioni che si accusano vicendevolmente di voler mettere la “bandierina” sul progetto di legge di regolamentazione dell'aborto. Anche in mattinata, infatti, sono emerse divergenze tra visioni contrapposte inerenti i primi articoli. Da una parte Libera, Rete e il Gruppo Misto; dall'altra il Pdcs. In mezzo le altre forze politiche, all'interno delle quali coabitano sensibilità differenti anche se prevale la volontà di dare corso alla volontà popolare espressa dal referendum. Gli aspetti più contrastanti del pdl, come il consultorio facoltativo o obbligatorio, la tutela della vita, la laicità, il concetto di “extrema ratio” della scelta, sono recepiti in emendamenti che verranno posti in votazione e l'esito è tutt'altro che scontato, considerando il limitato scarto di voti tra i sostenitori delle tesi contrapposte.
Proprio per trovare un accordo sul metodo di votazione degli emendamenti, compresi alcuni respinti in commissione ma riproponibili in aula, la seduta è stata sospesa poco dopo mezzogiorno per convocare un ufficio di presidenza all'interno dell'aula. Fallito il primo tentativo d'accordo è stato convocato un nuovo ufficio di presidenza, tenutosi nella sala del Congresso di Stato. I lavori riprenderanno nel pomeriggio quando si dovrebbe cominciare a votare singoli articoli ed emendamenti.