È arrivato il momento della verità in Consiglio per la legge sull'interruzione volontaria di gravidanza, dopo il referendum del 26 settembre 2021 in cui il 77,3% dei votanti si è espresso per la legalizzazione. Un passaggio epocale per San Marino su cui tuttavia persistono visioni contrapposte che sfuggono alle normali logiche di schieramento. Apertissima, quindi, la partita su aspetti chiave del pdl come l'accesso al consultorio. Per Libera, Rete e il Gruppo Misto dovrebbe essere facoltativo mentre per il Pdcs, RF e altri dovrebbe essere obbligatorio. Altri ancora non sono apertamente schierati, visto che all'interno di alcuni gruppi, come Domani Motus Liberi, è stata lasciata libertà di coscienza. Contrapposizioni anche tra chi sostiene un approccio laico e chi invece vorrebbe inserire nell'incipit della legge il concetto di tutela della vita. La prevalenza di una visione o dell'altra, considerando l'equilibrio numerico tra chi le appoggia, potrebbe essere questione di pochissimi voti. Visioni diametralmente opposte che si sono confermate nel dibattito del pomeriggio fin dalla lettura delle due relazioni, in particolare quella, di minoranza, firmata da Guerrino Zanotti di Libera che ha attaccato duramente il Pdcs, attribuendogli la responsabilità del ritardo del paese nei diritti civili e nell'introduzione dell'interruzione volontaria di gravidanza. Una relazione duramente criticata perché troppo schierata e ideologica, sia dai democristiani che da Miriam Farinelli di RF che ha concluso il suo intervento dicendo: non parlerò mai di una buona legge perché sopprime una vita ma parlerò di legge che soddisfa o non soddisfa il quesito referendario.