È il primo intervento di Luca Beccari come Segretario per gli Affari Esteri al Comitato per i Diritti Umani, organo sussidiario dell'Assemblea Generale dell'Onu. Una partecipazione da remoto, modalità a cui l'emergenza sanitaria ci ha ormai abituati. Nel suo intervento, all’avvio dell’alta sessione in corso a Ginevra a cui partecipano Capi di Stato, di Governo e di Ministri di oltre 130 Paesi, centrale il richiamo all'emergenza sanitaria: “nell’ultimo anno le nostre priorità e preoccupazioni sono radicalmente cambiate. La pandemia ci ha messi di fronte a una delle sfide più ardue nella nostra storia ed ha palesato la necessità di puntare sul multilateralismo per la risoluzione delle problematiche mondiali. San Marino ne è sempre stato un grande sostenitore: riteniamo essenziale – ha detto Beccari - preservare i valori della cooperazione internazionale, alla base della Carta delle Nazioni Unite e dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, per promuovere e sostenere pace e sicurezza, sviluppo e diritti umani”.
Forte l'appello alla necessità di sostenere in ogni modo i gruppi più vulnerabili, tra cui persone con disabilità, anziani, donne e bambini. “I dati dell’ultimo anno relativi alla violenza domestica sono allarmanti - ha proseguito il Segretario di Stato - Il mio Paese si è unito all'appello globale del Segretario Generale delle Nazioni Unite che ha sottolineato la necessità di porre fine a tutte le violenze contro le donne ovunque, anche tra le mura di casa. Fondamentale inoltre fornire risposte alle necessità delle persone disabili che nel corso di questa pandemia stanno pagando un prezzo molto alto. La ripresa globale nel post Covid dovrà necessariamente porre al centro di tutti i nostri sforzi i loro diritti e bisogni". Beccari ha inoltre richiamato il primato della Repubblica, a livello europeo, nell’abolizione della pena di morte. L'attenzione su questo tema resta alto: San Marino – assicura - continuerà a far sentire la sua voce per ribadirne una ferma condanna. Da qui l'appello affinché gli Stati che ancora la praticano arrivino alla sua abolizione o, almeno, alla moratoria delle esecuzioni capitali.