Più o meno è andata come da pronostico; questo, almeno, stando ai primi exit-pool. Alla vigilia era stata preannunciata una vittoria del trentunenne Sebastian Kurz, e così – a quanto pare – è andata. I Popolari dell'astro nascente della politica austriaca, avrebbero ottenuto il 30,2% delle preferenze; quindi la destra identitaria ed euroscettica del “Partito della Libertà”, con il 26,8%; a seguire, staccati di un'incollatura, i socialdemocratici del cancelliere uscente Christian Kern. In Parlamento dovrebbero entrare anche i Liberali; e – se fosse confermato il 4,2% indicato dagli exit-pool – i Verdi: appena al di sopra della soglia di sbarramento. Kurz – che solo 5 mesi fa aveva preso le redini di un Partito, dato per spacciato da molti -, a questo punto potrebbe diventare il più giovane cancelliere d'Europa. Decisiva, secondo gli analisti, una campagna elettorale mirata alla lotta contro l'immigrazione irregolare, con tanto di minacce di chiusura del Brennero. Tasse più basse e confini sicuri: questo – insomma – lo schema indicato dal giovane Ministro agli Esteri. Possibile, a questo punto, un'alleanza di Governo con l'Fpoe; sempre che questi rinuncino alle proprie velleità di uscita dall'UE. Una coalizione di questo tipo – secondo gli analisti – avvicinerebbe l'Austria ai Paesi del Gruppo di Visegrad: Polonia, Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia; notoriamente contrari a politiche di redistribuzione dei migranti e poco inclini a limitazioni della sovranità in favore di Bruxelles. Non è da escludersi, comunque, visti i numeri, una riedizione della “Grande Coalizione” con i socialdemocratici.
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