In serata il colpo di scena: "Roberto Moretti – accusa l’opposizione - è sprovvisto dei requisiti di legge”. Risulta infatti ancora presidente del soggetto vigilato Tpay e non si è dimesso da membro del cda di Cassa. La sospensione – dice la minoranza in coro - non è prevista dalla legge”. Cita l’articolo 17 dello statuto di Bcsm per cui Moretti risulterebbe incompatibile con la carica di direttore della vigilanza. Per Elena Tonnini c’è stata una violazione dello stesso consiglio direttivo. Marco Gatti si appella alla Reggenza che spiega di non avere gli strumenti per verificare i requisiti di ogni singola nomina, e ricorda all'Aula che nel caso di incompatibilità il direttore decade d’ufficio. “C’è stata una forzatura sulla nomina”, ribadisce l'opposizione compatta che pretende il rispetto delle regole. Sarebbe più logico ed opportuno rinviare – aggiunge Giancarlo Capicchioni. Per il Governo è invece tutto regolare. Ci sono le condizioni per andare avanti.
Marco Podeschi spiega che una volta votato il gradimento, verrà trasmessa la delibera del Congresso al direttivo di Bcsm che verificherà le condizioni della nomina per renderla effettiva. Guerrino Zanotti porta ad esempio Giannini che all’atto del gradimento era membro del cda di una società di leasing italiana e Clarizia, consulente di un soggetto vigilato sammarinese. “Incarichi – spiega – che entrambi hanno lasciato successivamente a gradimento dell’uno e alla nomina dell’altro”. Simone Celli aggiunge anche Savorelli, allora funzionario delle Generali spa. “Il processo – afferma - rientra in un perimetro di correttezza”. Dalla maggioranza si alza la voce del capogruppo di Repubblica Futura. Roberto Giorgetti non rileva situazioni tali da giustificare un approccio cosi assolutistico e allarmato. L’elemento di fondo, al di là della situazione specifica – spiega - è che Banca Centrale deve essere rimessa nella sua operatività minima e necessaria. E si dice contro la politica del fermare le bocce. I capigruppo di opposizione mettono a verbale la richiesta di sospendere il gradimento che invece arriva, poco dopo. Passa poi con 33 sì e 19 no l’odg della maggioranza che impegna il governo a proseguire con Bcsm e operatori del settore il consolidamento a livello sistemico; a definire entro il 30 aprile 2018 la gestione dei crediti deteriorati; a presentare al Consiglio entro marzo un progetto di riorganizzazione dell’istituto di via del Voltone; a istituire un comitato tecnico strategico permanente con la partecipazione delle componenti del sistema bancario per favorire stabilità finanziaria. “Si parla di tutto ma non dei compiti del nuovo direttore”, accusa la minoranza. “Si risponde – spiega Morganti - a sollecitazioni sul necessario coinvolgimento di tutti i soggetti, per sviscerare problematiche di comune accordo. Non è cosa da poco”.
Marco Podeschi spiega che una volta votato il gradimento, verrà trasmessa la delibera del Congresso al direttivo di Bcsm che verificherà le condizioni della nomina per renderla effettiva. Guerrino Zanotti porta ad esempio Giannini che all’atto del gradimento era membro del cda di una società di leasing italiana e Clarizia, consulente di un soggetto vigilato sammarinese. “Incarichi – spiega – che entrambi hanno lasciato successivamente a gradimento dell’uno e alla nomina dell’altro”. Simone Celli aggiunge anche Savorelli, allora funzionario delle Generali spa. “Il processo – afferma - rientra in un perimetro di correttezza”. Dalla maggioranza si alza la voce del capogruppo di Repubblica Futura. Roberto Giorgetti non rileva situazioni tali da giustificare un approccio cosi assolutistico e allarmato. L’elemento di fondo, al di là della situazione specifica – spiega - è che Banca Centrale deve essere rimessa nella sua operatività minima e necessaria. E si dice contro la politica del fermare le bocce. I capigruppo di opposizione mettono a verbale la richiesta di sospendere il gradimento che invece arriva, poco dopo. Passa poi con 33 sì e 19 no l’odg della maggioranza che impegna il governo a proseguire con Bcsm e operatori del settore il consolidamento a livello sistemico; a definire entro il 30 aprile 2018 la gestione dei crediti deteriorati; a presentare al Consiglio entro marzo un progetto di riorganizzazione dell’istituto di via del Voltone; a istituire un comitato tecnico strategico permanente con la partecipazione delle componenti del sistema bancario per favorire stabilità finanziaria. “Si parla di tutto ma non dei compiti del nuovo direttore”, accusa la minoranza. “Si risponde – spiega Morganti - a sollecitazioni sul necessario coinvolgimento di tutti i soggetti, per sviscerare problematiche di comune accordo. Non è cosa da poco”.
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