Momenti di tensione nel pomeriggio; già vissuti tempo fa, quando sulla Giustizia si registrava il più alto tasso di conflittualità in Aula. Poi la pandemia, la guerra; ma evidentemente il fuoco della polemica ha continuato a covare sotto la cenere. E il confronto sulla relazione del Dirigente del Tribunale ha riproposto consuete dinamiche. Non è un caso – allora – l'adozione solo a maggioranza, in Commissione, di una serie di valutazioni. A darne lettura il Presidente Matteo Rossi. Soddisfazione per l'andamento della giurisdizione; ed il ripristino - dovuto a Canzio – di un clima di condivisione. Quindi un invito, alla politica, affinché faccia proprie alcune sollecitazioni: in particolare sulla “ragionevole durata dei processi”.
Molto “politico”, tuttavia, il successivo confronto; citato più volte – ma da prospettive agli antipodi – il rapporto del GRECO che “promuove” il Titano. Un risultato positivo, ma questa Maggioranza – è stato detto dai banchi di Libera – non può pensare di “lavarsi la coscienza” dopo quanto avvenuto nei primi mesi di Legislatura. Si è parlato allora di “azioni brutali”, di “epurazioni” in Tribunale. Citato fra le altre cose il “caso Serenissima”. Da RF la richiesta di rendere pubblico il fascicolo. Ribadite, poi, una serie di critiche ad alcune riforme. Ad esempio sulla tempistica – definita “inammissibile – di quella della procedura penale; con l'introduzione del terzo grado quando il “Mazzini” era “ad un passo” dalla sentenza. “Indiscutibile” il curriculum di Canzio; ma Repubblica Futura – polemicamente – sostiene vi sia un “nuovo dogma: l'infallibilità del nuovo Dirigente”. Che il Segretario alla Giustizia ha definito un “fuoriclasse assoluto”.
L'intero Paese – ad avviso di Ugolini – dovrebbe essere orgoglioso delle riforme messe in campo, e riconosciute dagli organismi internazionali. In questo percorso le uniche assenti – ha constatato con rammarico – sono state le Opposizioni; con l'eccezione di Rossano Fabbri. Concetti ripresi da vari esponenti di Maggioranza, che hanno denunciato un “silenzio assordante”, sul report del GRECO, delle Forze di Minoranza: accusate di fare un “gioco delle parti”, e di opporsi al nuovo corso in Tribunale. Stigmatizzata l'azione del precedente Governo. Non è tuttavia mancato chi - come Mirko Dolcini, Giovanni Zonzini ed Iro Belluzzi – ha invitato a guardare avanti, auspicando uno stop alle tensioni.