Approvato all'unanimità dall'Ufficio di Presidenza, il Codice per i Consiglieri si applicherà dal primo luglio e sarà contestuale al codice di Condotta dei membri del Congresso di Stato. Tiene conto delle raccomandazioni formulate dal Greco e prevede innanzitutto che il mandato dei consiglieri sia ispirato a principi di onestà, integrità e trasparenza, salvaguardando il decoro della carica rivestita. Nel testo si ricorda l'eventuale applicazione delle norme penali vigenti nel caso di comportamenti scorretti. Tra i doveri dei parlamentari c'è quello di non agire o votare nell'interesse personale o di terze parti ed evitare situazioni che possano condizionare l'esercizio indipendente delle proprie funzioni. Ampio spazio poi alla definizione di “conflitto di interessi” per un consigliere, nel caso in cui abbia un interesse personale e diretto che lo influenzi. Non sussiste se ne trae vantaggio in qualità di cittadino o di membro di un'ampia categoria di persone.
Nel caso in cui insorga deve adoperarsi per rimuoverlo e se impossibilitato deve astenersi da votazioni e discussioni attinenti. Inoltre, per garantire la massima trasparenza, i consiglieri devono trasmettere la propria dichiarazione dei redditi, oltre alla dichiarazione Dapef e i dati registrati nell'archivio della Centrale dei Rischi su un'eventuale esposizione debitoria. Obbligatorio dichiarare annualmente anche cariche sociali, azioni o quote in società residenti e qualsiasi sostegno o interesse finanziario che si percepisca. Il tutto viene pubblicato sul sito internet del Consiglio. Per quanto riguarda doni o benefici analoghi, i parlamentari sono invitati a rifiutarli, salvo che si tratti di regali per consuetudini di cortesia istituzionale di valore inferiore ai 100 euro. Se questo limite viene superato, i doni vengono acquisiti dal patrimonio dello Stato. Il consigliere è tenuto a non abusare delle informazioni ricevute durante il suo incarico e delle risorse pubbliche. Infine viene istituito un Comitato consultivo, che delibera a maggioranza, a cui è possibile rivolgersi per l'interpretazione e l'attuazione del codice di Condotta. Ma se il parlamentare non si conforma al parere del Comitato, può presentare le proprie motivazioni.