L'adozione all'unanimità di un Ordine del Giorno sull'operazione della Guardia di Finanza rappresenta un fatto politico di grande significato, che rafforzerà l'azione del Governo quando a Roma si terranno i colloqui richiesti dal Titano. La nota ufficiale non solo è arrivata ma è già oggetto di confronto negli uffici ministeriali italiani. Il tono con cui San Marino esprime tutto il suo disappunto non solo è chiaro e inequivocabile, ma spinge l'esecutivo italiano a portare risposte e atti concreti per chiudere una volta per tutte una partita che di fatto era già chiusa dalla firma degli accordi e dall'ingresso di San Marino nella White List. Da Roma si parla di strascichi di indagini precedenti, ma il danno causato alla Repubblica è grave. La Commissione Affari Esteri, nel documento approvato, esprime forte preoccupazione, riconferma la scelta di San Marino verso la piena trasparenza e l'adeguamento agli standard internazionali, ma manifesta un forte disappunto verso una iniziativa che coinvolge anche persone fisiche e giuridiche sammarinesi. Mettendo da parte divisioni e schieramenti, la politica tutta, senza nessuna defezione, contesta con forza questo atteggiamento e sollecita il Governo a comunicare questo disagio al Governo italiano. Lo faccia senza esitazioni, afferma in pratica l'ordine del giorno, e lo faccia rapidamente. Da Palazzo Begni si fa sapere che il lavoro diplomatico è già iniziato e che gli incontri richiesti si stanno preparando. Difficile ancora capire se il dialogo sarà con il solo Ministro dell'Economia Padoan, o se vedrà la partecipazione di altri membri del Governo italiano, come dovrebbe essere, dal momento che la nota del Congresso di Stato è stata inviata al Consiglio dei Ministri. Insomma, per il Titano non bastano più rassicurazioni e parole di circostanza. Si pretendono risposte concrete e atti di collaborazione fattiva.
SB
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