Il richiamo della Reggenza al senso di responsabilità di Consiglieri e Congresso ben fotografa una seduta del Consiglio difficile, che riflette tensioni interne ai partiti, incertezze nelle alleanze, incognite su coalizioni ancora tutte da costruire. Un assestamento di Bilancio con articoli politici rischia di far saltare la procedura d'urgenza. Da più parti si alza la critica, i lavori vengono sospesi. Il nuovo testo è figlio del confronto fra gruppi e Governo. Si tagliano quattro articoli, un quinto viene modificato. C'è chi sottolinea la presenza di un emendamento sull'editoria. “Cosa c'entrava?” Chiedono Marco Podeschi e Matteo Zeppa. Si può andare al voto. Passa la procedura d'urgenza. Il disavanzo per l'esercizio 2016 previsto in 10 milioni e 846 mila euro, passa ora a 9 milioni e 463 mila, con una diminuzione del 12,75% circa. Aumentano di oltre due milioni le spese per la sanità. Incide sulle entrate la previsione sull'imposta generale sui redditi che diminuisce di 2 milioni. Per l' imposta sulle merci importate è invece previsto un aumento di 10 milioni e mezzo. C'è chi come Vladimiro Selva plaude alla prudenza di Capicchioni, chi invece sperava in una maggiore audacia. Luigi Mazza è sicuro che il consuntivo migliorerà. Poi ci sono i timori di Andrea Zafferani per l'aumento delle spese previdenziali. Altri ancora, come Andrea Belluzzi e Nicola Selva, chiedono maggiore attenzione a settori di nicchia, come l'Autorità per l'Aviazione Civile e la Navigazione marittima, in crescita costante. L'articolo che rischia però di alimentare lo scontro è il finanziamento a partiti e movimenti politici. Previsti due milioni e 460.000 euro. C'è chi chiede di cancellare il raddoppio. Lo fa da mesi Rete. Si aggiungono Su-Labdem e i quattro dem guidati da Giuseppe Morganti. Le distanze nel Psd sono ormai un baratro. Si va avanti con il progetto SSD e annunciano che prenderanno posizioni all'unisono. Un passo indietro: in apertura di lavori l'Aula prende in esame le dimissioni di Presidente e membro della Commissione di Vigilanza. Nominati Marino Serra e Simonetta Fanelli. In Comma Comunicazioni Ivan Foschi mette in guardia dal tentativo di restaurazione e invita a seguire la strada tracciata dagli organismi internazionali, contrastata da chi teme siano messi in luce legami inconfessabili. Foschi non si ricandiderà. Non lo farà neppure Francesca Michelotti, che lascia con l'amarezza nel cuore. “Sono felice di andare via”, dice. La preferenza unica – spiega - reintrodurrà distorsioni. E attacca Rete, che ha sostenuto il referendum e che ora presenta un odg – ritenuto non ammissibile dalla Reggenza - per chiedere il controllo dell'Osce sulle elezioni.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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