Dall'opposizione arriva la richiesta di tutela del sistema istituzionale. Per Francesco Mussoni la tutela legale di un consigliere della Repubblica non è tema né del Congresso né dell'avvocatura ma delle istituzioni. “E' la prima volta – afferma con forza - che la si mette in discussione. Se vogliamo ricominciare a dialogare nell'interesse del paese è bene che l'aula faccia un passo avanti”. Invita ad uno sforzo per riaffermare il valore dell'insindacabilità del detto e non detto. Trovare una sintesi – aggiunge - non significa rinnegare le posizioni politiche ma essere coerenti con tradizioni e regole che il nostro paese ci insegna”. Davide Forcellini torna all'attacco del Governo e decreti “che arrivano in Aula dopo essere stati scritti e decisi anche nella tempistica da chi siede fuori dal parlamento”.
Ricorda l'allarme riciclaggio lanciato dalla direzione investigativa antimafia e critica un sistema in cui la parola “trasparenza” è stata sostituita con “apparenza”. “Non ha senso sedere in quest'Aula – aggiunge - se le decisioni avvengono fuori di qui così come è inutile che i cittadini scendano in piazza, perché il governo non ascolta la cittadinanza”.
Mariella Mularoni torna sui problemi dell'ospedale, sul grido d'allarme di Asmo e primari e
accusa il comitato esecutivo di essere più interessato alle trasferte piuttosto che a risolvere le criticità. “Prima dei bandi di concorso internazionali – dice - stabilizziamo i medici per garantire i servizi”.
Roger Zavoli non risparmia critiche a Dc e Rete. Ricorda che il passato pesa sul presente e lo condiziona, e che la patrimoniale è necessaria alla sostenibilità del sistema. “Paghiamo errori di scelte sbagliate e non scelte”, definisce quindi paradossale che la morale la faccia chi nella dc ha ricoperto per anni ruoli apicali. Critica i capigruppo dell'opposizione per “menzogne in udp davanti alle massime cariche dello Stato”, attacca quei consiglieri che “hanno quasi messo le mani addosso ad un segretario di stato”, “minacciato presidente e consiglieri di una banca irrompendo durante la seduta del cda”. Inaccettabile e triste – commenta - che esponenti dei partiti tradizionali non rigettino questi metodi.
Parla infine di una San Marino che riparte, affermazione a cui risponde Teodoro Lonfernini. “Il paese – dice - è ripartito dal 2008 in avanti quando abbiamo deciso tutti insieme di voltare pagina. Il problema è che in questo percorso di cambiamento avete voluto fare i radicali, avete stretto la cloche dell'aereo ed ora siamo nel bel mezzo di un volo a testa in giù. A quasi due anni dalla legislatura, le riforme per rimettere l'aereo dritto non le avete ancora portate e non riuscirete a farlo neppure adesso”.
Da SSD si alza la voce di Fabrizio Francioni, la sua pacata riflessione sul clima di incomunicabilità, “enorme fardello sulle spalle di tutto il paese”. Troppi gli interessi radicati nella società – dice - che vedono come comune denominatore il denaro, diventato unico valore. Ma nessuna società – fa presente - può reggersi su un unico valore.
Oggi la politica segue i dettami dell'economia. È inevitabile, ma in questo modo la politica segna la propria distanza dalle vere esigenze della cittadinanza che sono distanti dai dati macroeconomici. Vede come via d'uscita dall'impasse la strada dell'ascolto. Lancia un appello all'Aula intera, maggioranza, opposizione, Congresso, “ per aprire canali di un dialogo prezioso per l'azione del governo stesso e instaurare un clima di collaborazione. Troppo assente – rileva - la consapevolezza sulla situazione in cui versa il paese. “Tale che uscirne da soli è impossibile”.
Se fallisce questo governo- conclude - falliscono la maggioranza, il governo e non fallisce l'opposizione”. Intervento apprezzato da Iro Belluzzi. “Il dialogo – commenta - lo ha chiesto anche il sindacato. Ma deve ripartire dall'analisi di dati reali, da un'operazione verità. Chiediamo – come le parti sociali - chiarezza su quanto avvenuto nel sistema bancario, sui conti pubblici e su una serie di questioni che stanno generando un debito pubblico pazzesco e che dovrà essere esportato”.
Marianna Bucci torna sull'intervista del capo della Dia e parla di continuità con il passato nelle contraddizioni di un sistema che mentre firmava accordi all'esterno, rendeva impossibili i controlli all'interno. “Che senso ha – chiede - avere una legge che punisce il riciclaggio se poi si caccia chi si occupa di vigilanza nelle banche? La prima causa dell'infiltrazione delle cricche – dice - è il governo, ieri come oggi”. Fa notare che ad oggi non c'è ancora nessuna bozza su corruzione privata e traffico di influenze. “Non solo il governo non ha mai messo in discussione i provvedimenti dell'ultimo anno e mezzo ma non presenta neppure leggi che permetterebbero al paese di rivalersi su certi personaggi che si sono inseriti nel sistema per fare i propri interessi.
Le leggi esistenti – accusa - vanificate da altri provvedimenti che creano canali alternativi all'insediamento di persone non proprio affidabili, vedi le residenze elettive. Bcsm e Aif non sono stati coinvolti nei controlli”.
Marina Lazzarini parla dello sciopero, riconoscendogli una civiltà ben lontana dagli eccessi dell'Aula. I cittadini hanno lanciato richieste di equità, prospettiva e sviluppo “a cui dobbiamo dare seguito”. Si concentra poi sui progetti in cantiere riguardo all'emergenza medici. “I problemi sono tanti, si sono accavallati nel tempo. Paghiamo lo scotto del numero chiuso nell'accesso a medicina e specializzazioni”. Elenca le varie criticità, dalle retribuzioni alla libera professione medica con l' intra moenia bloccata dalla burocrazia. “Urgenti la legge sul reclutamento del personale medico, in prima lettura a luglio, e la revisione dell'atto organizzativo dell'Iss che con il piano sanitario stabilisca quali servizi siano necessari a san marino e quali sia consigliabile organizzare in rete”.
Protesta Stefano Canti: “dovete dire apertamente che volete smantellare la sanità ed esternalizzare nell'Area Vasta”. Poi chiede al Segretario Santi quale sia il progetto sull'ortopedia. Teme che si voglia esternalizzare il servizio a strutture aperte a san marino e che pare non abbiano ancora l'autorizzazione ad operare.
Pedini Amati torna sulle vicende che lo hanno visto protagonista nell'ultima seduta consiliare. “Sono uscito dal tema patrimoniale per affrontare un argomento che ritengo importante. Rifarei tutto”. Ricostruisce i fatti, dalla richiesta di Rosa della tutela legale di carisp per la denuncia alla Tonnini alla votazione nel cda. “Prima che la delibera venisse cambiata dopo l'intervento dei colleghi di Dim, aveva ottenuto tre voti contro tre, compreso quello del presidente ”.
Poi, in riferimento alla lettera di smentita dell'avvocato di Confuorti sul corriere della sera, e prendendo atto della risposta del Congresso, chiede di denunciarlo per aver millantato di avere rapporti di collaborazione con il governo e che il ccr era a conoscenza dell'operazione titoli".
“Si omette però di dire – risponde Roberto Giorgetti - che lo stesso giornalista chiede all'avvocato di produrre il contratto. E su questo non è arrivata nessuna risposta. Il problema – dice il capogruppo di RF – nasce quando certi argomenti diventano battaglia politica, subendo distorsioni a seconda dell'obiettivo che si vuole perseguire”.
Alessandro Mancini si concentra sui problemi della sanità. “Perché – chiede – avevamo chiesto un dibattito? Perché serviva, con un riferimento puntuale di Santi, a dare un messaggio di serenità, tranquillizzando chi cerca di adempiere il servizio e chi dall'altra parte teme che proprio i servizi siano messi in discussione. Non lo avete fatto per paura, perché non volete il confronto o non avete le idee chiare su cosa fare?” Poi, riguardo alla “prova di maturità” mancata sulla patrimoniale, e il rifiuto a riscriverla come richiesto dalla Csu, “non potere parlare di condivisione e aperture e quando c'è opportunità vi tirate indietro.
“Non si fanno interventi dicendo che il governo ha paura – gli risponde Jader Tosi. “Il Governo viene in aula con soluzioni. Forse non è abbastanza bravo a comunicare le cose positive che vengono fatte. Si cerca di dare una struttura alla sanità per agire nel medio e lungo periodo”. Parte da un dato di fatto: la professione medica non può essere inquadrata più nella pa. È chiaro a tutti che una delle discriminanti più importante è la retribuzione”.
Il segretario Franco Santi risponde punto per punto, a partire dal rifiuto di inserire un dibattito in questa seduta. “Era per ottimizzare i tempi dei lavori, visto che a luglio verrà presentato il pdl sul personale medico. E' il primo punto – aggiunge - per cercare di dare i giusti correttivi per risolvere il problema legato all'annosa difficoltà di reperire professionisti. Primo passaggio a cui dovranno seguirne altri sia di carattere normativo che gestionale. Obiettivo: “costruire una concreta, permanente e strutturale indipendenza dell'iss nella gestione delle risorse”. Si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa, richiamando anche a passate gestioni, “quando si dice che si è smantellato un servizio come l'ortopedia. Non è questa gestione ad aver fatto questa operazione”.
Sulla stabilizzazione: “molti di questi posti non sono previsti a fabbisogno. Non è la soluzione per superare il precariato. Speriamo di farlo con il nuovo atto organizzativo e l'emissione dei bandi”.
Rimane la mancanza di competitività, su cui intende intervenire anche con una riforma previdenziale “già incardinata” e un nuovo atto organizzativo. Assicura che la centralità del diritto alla sanità “è la nostra stella polare”.
Denise Bronzetti sul trattamento normativo e retributivo dei medici invita Santi a fare come il collega Zafferani, “che ha cancellato con un colpo di spugna il trattamento dei frontalieri stabilizzandoli, traendone un profitto dal punto di vista della comunicazione dato che sostiene che sono aumentate le assunzioni, dimenticando però che un terzo sono proprio frontalieri. Prenda la palla al balzo e modifichi con coraggio le attuali norme e le cambi”. La Bronzetti teme i tempi della legge. “Dobbiamo aspettarci che arrivi in seconda lettura ad ottobre? Lo sa chi l'iss implode con questa tempistica?” Il gruppo consiliare socialista presenta un ordine del giorno che impegna il Congresso ad avviare fin da subito un confronto permanente con sindacati, Asmo e direttori UOC dell'iss, per predisporre interventi normativi urgenti da dibattere in Commissione sanità alla presenza del Comitato Esecutivo entro il 30 del mese. Tra gli interventi: ridefinizione del fabbisogno; tempo indeterminato per medici ed infermieri ad esclusione dei primari; revisione delle retribuzioni; formazione obbligatoria; nuova regolamentazione della libera professione che fissi l'obbligo di stipulare una convenzione con ospedali privati o accreditati anche italiani, con timbratura di ingresso ed uscita.
Anche la Dc presenta odg, ma sul caso Titoli e sottoscritto da tutta l'opposizione. Lo legge Alessandro Cardelli. Impegna il Congresso a togliere le manleve e ritirare le ratifiche relative agli atti del cda di Cassa tra aprile e settembre del 2017 e a intraprende azioni civili a tutela degli interessi di Stato e Carisp.
Ricorda l'allarme riciclaggio lanciato dalla direzione investigativa antimafia e critica un sistema in cui la parola “trasparenza” è stata sostituita con “apparenza”. “Non ha senso sedere in quest'Aula – aggiunge - se le decisioni avvengono fuori di qui così come è inutile che i cittadini scendano in piazza, perché il governo non ascolta la cittadinanza”.
Mariella Mularoni torna sui problemi dell'ospedale, sul grido d'allarme di Asmo e primari e
accusa il comitato esecutivo di essere più interessato alle trasferte piuttosto che a risolvere le criticità. “Prima dei bandi di concorso internazionali – dice - stabilizziamo i medici per garantire i servizi”.
Roger Zavoli non risparmia critiche a Dc e Rete. Ricorda che il passato pesa sul presente e lo condiziona, e che la patrimoniale è necessaria alla sostenibilità del sistema. “Paghiamo errori di scelte sbagliate e non scelte”, definisce quindi paradossale che la morale la faccia chi nella dc ha ricoperto per anni ruoli apicali. Critica i capigruppo dell'opposizione per “menzogne in udp davanti alle massime cariche dello Stato”, attacca quei consiglieri che “hanno quasi messo le mani addosso ad un segretario di stato”, “minacciato presidente e consiglieri di una banca irrompendo durante la seduta del cda”. Inaccettabile e triste – commenta - che esponenti dei partiti tradizionali non rigettino questi metodi.
Parla infine di una San Marino che riparte, affermazione a cui risponde Teodoro Lonfernini. “Il paese – dice - è ripartito dal 2008 in avanti quando abbiamo deciso tutti insieme di voltare pagina. Il problema è che in questo percorso di cambiamento avete voluto fare i radicali, avete stretto la cloche dell'aereo ed ora siamo nel bel mezzo di un volo a testa in giù. A quasi due anni dalla legislatura, le riforme per rimettere l'aereo dritto non le avete ancora portate e non riuscirete a farlo neppure adesso”.
Da SSD si alza la voce di Fabrizio Francioni, la sua pacata riflessione sul clima di incomunicabilità, “enorme fardello sulle spalle di tutto il paese”. Troppi gli interessi radicati nella società – dice - che vedono come comune denominatore il denaro, diventato unico valore. Ma nessuna società – fa presente - può reggersi su un unico valore.
Oggi la politica segue i dettami dell'economia. È inevitabile, ma in questo modo la politica segna la propria distanza dalle vere esigenze della cittadinanza che sono distanti dai dati macroeconomici. Vede come via d'uscita dall'impasse la strada dell'ascolto. Lancia un appello all'Aula intera, maggioranza, opposizione, Congresso, “ per aprire canali di un dialogo prezioso per l'azione del governo stesso e instaurare un clima di collaborazione. Troppo assente – rileva - la consapevolezza sulla situazione in cui versa il paese. “Tale che uscirne da soli è impossibile”.
Se fallisce questo governo- conclude - falliscono la maggioranza, il governo e non fallisce l'opposizione”. Intervento apprezzato da Iro Belluzzi. “Il dialogo – commenta - lo ha chiesto anche il sindacato. Ma deve ripartire dall'analisi di dati reali, da un'operazione verità. Chiediamo – come le parti sociali - chiarezza su quanto avvenuto nel sistema bancario, sui conti pubblici e su una serie di questioni che stanno generando un debito pubblico pazzesco e che dovrà essere esportato”.
Marianna Bucci torna sull'intervista del capo della Dia e parla di continuità con il passato nelle contraddizioni di un sistema che mentre firmava accordi all'esterno, rendeva impossibili i controlli all'interno. “Che senso ha – chiede - avere una legge che punisce il riciclaggio se poi si caccia chi si occupa di vigilanza nelle banche? La prima causa dell'infiltrazione delle cricche – dice - è il governo, ieri come oggi”. Fa notare che ad oggi non c'è ancora nessuna bozza su corruzione privata e traffico di influenze. “Non solo il governo non ha mai messo in discussione i provvedimenti dell'ultimo anno e mezzo ma non presenta neppure leggi che permetterebbero al paese di rivalersi su certi personaggi che si sono inseriti nel sistema per fare i propri interessi.
Le leggi esistenti – accusa - vanificate da altri provvedimenti che creano canali alternativi all'insediamento di persone non proprio affidabili, vedi le residenze elettive. Bcsm e Aif non sono stati coinvolti nei controlli”.
Marina Lazzarini parla dello sciopero, riconoscendogli una civiltà ben lontana dagli eccessi dell'Aula. I cittadini hanno lanciato richieste di equità, prospettiva e sviluppo “a cui dobbiamo dare seguito”. Si concentra poi sui progetti in cantiere riguardo all'emergenza medici. “I problemi sono tanti, si sono accavallati nel tempo. Paghiamo lo scotto del numero chiuso nell'accesso a medicina e specializzazioni”. Elenca le varie criticità, dalle retribuzioni alla libera professione medica con l' intra moenia bloccata dalla burocrazia. “Urgenti la legge sul reclutamento del personale medico, in prima lettura a luglio, e la revisione dell'atto organizzativo dell'Iss che con il piano sanitario stabilisca quali servizi siano necessari a san marino e quali sia consigliabile organizzare in rete”.
Protesta Stefano Canti: “dovete dire apertamente che volete smantellare la sanità ed esternalizzare nell'Area Vasta”. Poi chiede al Segretario Santi quale sia il progetto sull'ortopedia. Teme che si voglia esternalizzare il servizio a strutture aperte a san marino e che pare non abbiano ancora l'autorizzazione ad operare.
Pedini Amati torna sulle vicende che lo hanno visto protagonista nell'ultima seduta consiliare. “Sono uscito dal tema patrimoniale per affrontare un argomento che ritengo importante. Rifarei tutto”. Ricostruisce i fatti, dalla richiesta di Rosa della tutela legale di carisp per la denuncia alla Tonnini alla votazione nel cda. “Prima che la delibera venisse cambiata dopo l'intervento dei colleghi di Dim, aveva ottenuto tre voti contro tre, compreso quello del presidente ”.
Poi, in riferimento alla lettera di smentita dell'avvocato di Confuorti sul corriere della sera, e prendendo atto della risposta del Congresso, chiede di denunciarlo per aver millantato di avere rapporti di collaborazione con il governo e che il ccr era a conoscenza dell'operazione titoli".
“Si omette però di dire – risponde Roberto Giorgetti - che lo stesso giornalista chiede all'avvocato di produrre il contratto. E su questo non è arrivata nessuna risposta. Il problema – dice il capogruppo di RF – nasce quando certi argomenti diventano battaglia politica, subendo distorsioni a seconda dell'obiettivo che si vuole perseguire”.
Alessandro Mancini si concentra sui problemi della sanità. “Perché – chiede – avevamo chiesto un dibattito? Perché serviva, con un riferimento puntuale di Santi, a dare un messaggio di serenità, tranquillizzando chi cerca di adempiere il servizio e chi dall'altra parte teme che proprio i servizi siano messi in discussione. Non lo avete fatto per paura, perché non volete il confronto o non avete le idee chiare su cosa fare?” Poi, riguardo alla “prova di maturità” mancata sulla patrimoniale, e il rifiuto a riscriverla come richiesto dalla Csu, “non potere parlare di condivisione e aperture e quando c'è opportunità vi tirate indietro.
“Non si fanno interventi dicendo che il governo ha paura – gli risponde Jader Tosi. “Il Governo viene in aula con soluzioni. Forse non è abbastanza bravo a comunicare le cose positive che vengono fatte. Si cerca di dare una struttura alla sanità per agire nel medio e lungo periodo”. Parte da un dato di fatto: la professione medica non può essere inquadrata più nella pa. È chiaro a tutti che una delle discriminanti più importante è la retribuzione”.
Il segretario Franco Santi risponde punto per punto, a partire dal rifiuto di inserire un dibattito in questa seduta. “Era per ottimizzare i tempi dei lavori, visto che a luglio verrà presentato il pdl sul personale medico. E' il primo punto – aggiunge - per cercare di dare i giusti correttivi per risolvere il problema legato all'annosa difficoltà di reperire professionisti. Primo passaggio a cui dovranno seguirne altri sia di carattere normativo che gestionale. Obiettivo: “costruire una concreta, permanente e strutturale indipendenza dell'iss nella gestione delle risorse”. Si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa, richiamando anche a passate gestioni, “quando si dice che si è smantellato un servizio come l'ortopedia. Non è questa gestione ad aver fatto questa operazione”.
Sulla stabilizzazione: “molti di questi posti non sono previsti a fabbisogno. Non è la soluzione per superare il precariato. Speriamo di farlo con il nuovo atto organizzativo e l'emissione dei bandi”.
Rimane la mancanza di competitività, su cui intende intervenire anche con una riforma previdenziale “già incardinata” e un nuovo atto organizzativo. Assicura che la centralità del diritto alla sanità “è la nostra stella polare”.
Denise Bronzetti sul trattamento normativo e retributivo dei medici invita Santi a fare come il collega Zafferani, “che ha cancellato con un colpo di spugna il trattamento dei frontalieri stabilizzandoli, traendone un profitto dal punto di vista della comunicazione dato che sostiene che sono aumentate le assunzioni, dimenticando però che un terzo sono proprio frontalieri. Prenda la palla al balzo e modifichi con coraggio le attuali norme e le cambi”. La Bronzetti teme i tempi della legge. “Dobbiamo aspettarci che arrivi in seconda lettura ad ottobre? Lo sa chi l'iss implode con questa tempistica?” Il gruppo consiliare socialista presenta un ordine del giorno che impegna il Congresso ad avviare fin da subito un confronto permanente con sindacati, Asmo e direttori UOC dell'iss, per predisporre interventi normativi urgenti da dibattere in Commissione sanità alla presenza del Comitato Esecutivo entro il 30 del mese. Tra gli interventi: ridefinizione del fabbisogno; tempo indeterminato per medici ed infermieri ad esclusione dei primari; revisione delle retribuzioni; formazione obbligatoria; nuova regolamentazione della libera professione che fissi l'obbligo di stipulare una convenzione con ospedali privati o accreditati anche italiani, con timbratura di ingresso ed uscita.
Anche la Dc presenta odg, ma sul caso Titoli e sottoscritto da tutta l'opposizione. Lo legge Alessandro Cardelli. Impegna il Congresso a togliere le manleve e ritirare le ratifiche relative agli atti del cda di Cassa tra aprile e settembre del 2017 e a intraprende azioni civili a tutela degli interessi di Stato e Carisp.
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