L'Aula si spacca sul tema dell'aborto. Nulla di strano, le diverse sensibilità sono note e riflettono opposte visioni della società. Del resto il tema è delicatissimo e tocca la sfera sociale, etica, religiosa. L'esame delle istanze d'arengo è l'ultimo atto del Consiglio. Prima, però, si chiude la questione del finanziamento ai partiti. Con l'approvazione della Variazione di Bilancio passa anche il grande scoglio del raddoppiamento. Solo ieri sera Marco Gatti chiedeva all'Aula se voleva una politica libera o sponsorizzata. C'era anche chi, come Paolo Crescentini, parlava di fine della democrazia. L'appello alla morigeratezza – come la definisce Andrea Zafferani – o al risparmio – come chiedono Rete e SSD – non viene quindi accolto. “E' un colpo ad effetto l'annullamento del raddoppio, ma non è stato certo grazie all'opposizione che si è arrivati ad un sistema nuovo sulla riduzione delle entrate ai partiti”, fa notare Luca Beccari. A sollevare un'ulteriore questione è Marco Podeschi: i Segretari di Stato che decidono di candidarsi – dice - possono fare campagna elettorale con risorse pubbliche. Nessuno va a vedere se in questi mesi i Segretari stanno facendo ordinaria amministrazione o una campagna elettorale scatenata”. Nel Psd Giovagnoli ironizza poi con i compagni della corrente “progressisti e riformisti” le cui decisioni saranno prese in concerto con Su-Labdem. Li apostrofa così: la voce all'unisono non è possibile se siete seduti a 15 metri di distanza gli uni dagli altri, la velocità del suono lo impedisce”.
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