Dopo il lungo comma comunicazioni che ha impegnato l'Aula per nove ore, si riaccende la polemica in ambito bancario con la ratifica del decreto su Provvedimenti a garanzia della stabilità economica di San Marino, quello che prevede l'adozione dell'articolo 5-ter, che spalma negli anni le perdite di 534 milioni di euro di Cassa. Articolo che – precisa Celli – rimane in vigore. Viene invece proposto l'emendamento abrogativo dell'articolo 2, che di fatto commissariava Bcsm nelle ore in cui lo Stato dava il benservito a Savorelli. Il decreto è tecnicamente indifendibile, siamo l'unico paese al mondo con questa normativa, accusa Marco Gatti. “Posso spalmare un debito, non una perdita. E quel bilancio – aggiunge – non è reale”. “Le perdite – ammette Giuseppe Morganti - dipendono da svalutazioni a volte opinabili. Con il decreto le rendiamo però affrontabili, e non facciamo il passo più lungo della gamba. Felicissimo, poi, sull'abrogazione dell'articolo 2, “è un ritorno alla normalità dopo una fase di emergenza in cui si temeva che qualcuno decidesse le sorti della Repubblica pigiando un bottone”. Invita i consiglieri a non fare terrorismo, ad evitare di alimentare sfiducia nel sistema gonfiando numeri. Alessandro Mancini gli dà ragione. Ma il problema di fondo – spiega – è che quei numeri non li conosciamo, non abbiamo accesso ai dati di sistema. Su Asset, ad esempio, ancora non sappiamo come verrà sostenuta l'operazione.
La Dc accusa il Governo di dietrofront dopo aver eliminato quella famosa autonomia che fino al giorno prima era la giustificazione di tutto. “Nessuna marcia indietro – precisa Roberto Giorgetti – ma atto dovuto e di buon senso. Il governo è intervenuto nel momento in cui la vigilanza è stata decapitata. Ora le cose sono cambiate”. Rete ricorda che Celli, nel consiglio del gradimento di Capuano, aveva assicurato confronti politici sulla mission del direttore di Bcsm. Ora – fa notare Ciavatta – ci dice che non c'è più l'urgenza per un freno politico a Banca Centrale. O una mission gli era già stata impartita prima della nomina, o è stata decisa senza il coinvolgimento di opposizioni e parti sociali”. Iro Belluzzi riconosce nel decreto un'azione politica coraggiosa, pur sapendo che avrebbe ricevuto la tirata d'orecchi del fmi: la maggioranza – dice - ha messo la museruola allo sceriffo. Come mai – chiede - non mette in discussione quello che ha fatto dal suo insediamento? Matteo Ciacci, però, si appella all'onestà intellettuale: Savorelli – ricorda – è arrivato quando c'era il precedente Governo. Noi l'abbiamo cacciato”.
La Dc accusa il Governo di dietrofront dopo aver eliminato quella famosa autonomia che fino al giorno prima era la giustificazione di tutto. “Nessuna marcia indietro – precisa Roberto Giorgetti – ma atto dovuto e di buon senso. Il governo è intervenuto nel momento in cui la vigilanza è stata decapitata. Ora le cose sono cambiate”. Rete ricorda che Celli, nel consiglio del gradimento di Capuano, aveva assicurato confronti politici sulla mission del direttore di Bcsm. Ora – fa notare Ciavatta – ci dice che non c'è più l'urgenza per un freno politico a Banca Centrale. O una mission gli era già stata impartita prima della nomina, o è stata decisa senza il coinvolgimento di opposizioni e parti sociali”. Iro Belluzzi riconosce nel decreto un'azione politica coraggiosa, pur sapendo che avrebbe ricevuto la tirata d'orecchi del fmi: la maggioranza – dice - ha messo la museruola allo sceriffo. Come mai – chiede - non mette in discussione quello che ha fatto dal suo insediamento? Matteo Ciacci, però, si appella all'onestà intellettuale: Savorelli – ricorda – è arrivato quando c'era il precedente Governo. Noi l'abbiamo cacciato”.
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