E’ stata la Reggenza a comunicare al Consiglio Grande e Generale, in apertura della seduta del pomeriggio, la decisione del Moneyval accolta con un caloroso applauso dall’Aula.
Al centro dei lavori è stata la nomina del Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio. Il numero delle richieste di parola, ben 21, rende l’idea dell’interesse sollevato dalla candidatura di Tito Masi. “Serve - ha detto aprendo il comma il Segretario di Stato per le Finanze - una figura autorevole e autonoma, che faccia gli interessi della Cassa di Risparmio e della Fondazione: alla proposta della maggioranza c’è tutto l’appoggio del Governo”. Per l’opposizione si tratta di una
scelta politica fatta in base al manuale Cencelli. La maggioranza è accusata, come per gli accordi con l’Italia, di non essersi confrontata. “La scelta - hanno detto - andava rimandata, permettendo al presidente di Cassa e a quello della Fondazione di lavorare ancora, per poi arrivare a una nomina condivisa”. Diversa invece la posizione dei DdC. “La maggioranza ha indicato il suo candidato - ha detto Giovanni Lonfernini - ne ha la facoltà e i numeri per poterla esprimere. E’ una regola della democrazia. Sta al Patto l’onere della prova. La nostra attenzione - ha concluso - è sul futuro della Cassa di Risparmio”.
L’intervento più critico è stato quello di Francesca Michelotti. “Il Consiglio e la politica - ha detto - perdono una grande risorsa. Masi si trasforma da coscienza critica del Governo di Gatti a sassolino dentro la sua scarpa”. Il consigliere di Sinistra Unita, boccia senza mezzi termini la decisione della maggioranza di proporre il consigliere di Ap come nuovo presidente della Fondazione. “Così facendo - afferma - Ap pianta una bandierina che gli costerà moltissimo” e dà seguito al “processo di smantellamento della aurea di cristallina trasparenza del partito”, perpetuato dall’attuale segretario di Stato per le Finanze. “Ap - prosegue la Michelotti - di fronte a Gatti vincente, invece di tenersi stretta la risorsa Masi e farlo andare al Governo, lo mette fuori dai giochi”, mettendo così in campo “una reazione meschina di fronte al suo maggiore incubo”. “Parole inaccettabili” replica il coordinatore di Ap Mario Venturini. Un intervento che “non le fa onore”, caratterizzato da “livore, astio e cattiveria”. Venturini definisce “delirante nella costruzione e nell’interpretazione dei fatti” il discorso dell’esponente di Sinistra Unita. Affermazioni “completamente inaccettabili” aggiunge. “Ap non rinuncia alla risorsa Masi, non la mette fuori dei giochi e non c’è nessun smantellamento del partito”. La maggioranza risponde sottolineando di avere scelto una nomina importante “perché la Cassa di Risparmio è importante e perché la nostra attenzione nei confronti dell’istituto è alta”. “Masi - ha detto il capogruppo della Dc - possiede doti di umanità, competenza e onestà che lo rendono il candidato più credibile”.
A dibattito concluso il Psd ha presentato un ordine del giorno, bocciato dall’Aula, per chiedere di soprassedere alla nomina del nuovo presidente in attesa di definire la situazione della Carisp. Quindi, sempre il Psd ha presentato la candidatura, spontanea, ha detto il capogruppo Felici, di Giuseppe Della Balda.
Alla fine Masi, che non ha partecipato al voto, è stato nominato con 33 voti a favore rispetto ai 16 ottenuti da Della Balda, incassando qualche consenso anche tra le fila della minoranza, 7 le schede bianche.
Sonia Tura
Al centro dei lavori è stata la nomina del Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio. Il numero delle richieste di parola, ben 21, rende l’idea dell’interesse sollevato dalla candidatura di Tito Masi. “Serve - ha detto aprendo il comma il Segretario di Stato per le Finanze - una figura autorevole e autonoma, che faccia gli interessi della Cassa di Risparmio e della Fondazione: alla proposta della maggioranza c’è tutto l’appoggio del Governo”. Per l’opposizione si tratta di una
scelta politica fatta in base al manuale Cencelli. La maggioranza è accusata, come per gli accordi con l’Italia, di non essersi confrontata. “La scelta - hanno detto - andava rimandata, permettendo al presidente di Cassa e a quello della Fondazione di lavorare ancora, per poi arrivare a una nomina condivisa”. Diversa invece la posizione dei DdC. “La maggioranza ha indicato il suo candidato - ha detto Giovanni Lonfernini - ne ha la facoltà e i numeri per poterla esprimere. E’ una regola della democrazia. Sta al Patto l’onere della prova. La nostra attenzione - ha concluso - è sul futuro della Cassa di Risparmio”.
L’intervento più critico è stato quello di Francesca Michelotti. “Il Consiglio e la politica - ha detto - perdono una grande risorsa. Masi si trasforma da coscienza critica del Governo di Gatti a sassolino dentro la sua scarpa”. Il consigliere di Sinistra Unita, boccia senza mezzi termini la decisione della maggioranza di proporre il consigliere di Ap come nuovo presidente della Fondazione. “Così facendo - afferma - Ap pianta una bandierina che gli costerà moltissimo” e dà seguito al “processo di smantellamento della aurea di cristallina trasparenza del partito”, perpetuato dall’attuale segretario di Stato per le Finanze. “Ap - prosegue la Michelotti - di fronte a Gatti vincente, invece di tenersi stretta la risorsa Masi e farlo andare al Governo, lo mette fuori dai giochi”, mettendo così in campo “una reazione meschina di fronte al suo maggiore incubo”. “Parole inaccettabili” replica il coordinatore di Ap Mario Venturini. Un intervento che “non le fa onore”, caratterizzato da “livore, astio e cattiveria”. Venturini definisce “delirante nella costruzione e nell’interpretazione dei fatti” il discorso dell’esponente di Sinistra Unita. Affermazioni “completamente inaccettabili” aggiunge. “Ap non rinuncia alla risorsa Masi, non la mette fuori dei giochi e non c’è nessun smantellamento del partito”. La maggioranza risponde sottolineando di avere scelto una nomina importante “perché la Cassa di Risparmio è importante e perché la nostra attenzione nei confronti dell’istituto è alta”. “Masi - ha detto il capogruppo della Dc - possiede doti di umanità, competenza e onestà che lo rendono il candidato più credibile”.
A dibattito concluso il Psd ha presentato un ordine del giorno, bocciato dall’Aula, per chiedere di soprassedere alla nomina del nuovo presidente in attesa di definire la situazione della Carisp. Quindi, sempre il Psd ha presentato la candidatura, spontanea, ha detto il capogruppo Felici, di Giuseppe Della Balda.
Alla fine Masi, che non ha partecipato al voto, è stato nominato con 33 voti a favore rispetto ai 16 ottenuti da Della Balda, incassando qualche consenso anche tra le fila della minoranza, 7 le schede bianche.
Sonia Tura
Riproduzione riservata ©