30 anni dopo la Consulta vuole cambiare e chiede di ripristinare la sua originaria natura di organo di diritto pubblico, stabilendo un collegamento diretto con il Governo e l’Ufficio di Presidenza. Una proposta che ha già registrato posizioni nettamente distinte. Per Alessandro Rossi di Sinistra Unita è condivisibile un riconoscimento giuridico superiore, mentre secondo Alberto Selva di Ap bisogna chiedersi se sono ancora validi i motivi che hanno dato vita a questo organismo. Gabriele Gattei di Noi Sammarinesi ricorda le divisioni degli ultimi anni e dice: “la proposta della Consulta è una buona base di partenza per tornare ad un clima di normalità” Angelo Della Valle di Rifondazione Comunista si sofferma sui problemi che hanno investito i residenti in Repubblica, in primis la crisi occupazionale, mentre Erik Casali del Nuovo Partito Socialista lancia un appello: smettiamola di stare sulle barricate e cominciamo a confrontarci davvero. Anche Pier Marino Mularoni, dei Ddc, invita a recuperare sincerità. Questo, sottolinea, deve tornare ad essere un luogo di confronto vero. Per Denise Bronzetti, presidente del Psd, bisogna ridare poteri effettivi alla Consulta in ambiti ben definiti e va risolto il problema elettorale. Due le proposte: voto telematico nei consolati, consultazione primaria per selezionare i candidati alle politiche. Paride Andreoli, Presidente del Psr si schiera accanto al Segretario di Stato per gli affari esteri. Antonella Mularoni, dice, è stata chiara e franca. Uno stile che condiviso. La Consulta non può avere un ruolo se c’è un distacco forte con le istituzioni. Angela Venturini, dei moderati, critica l’approccio, a senso unico, del documento presentato dalla Consulta e dice: “Parla solo di voi, non di San Marino”. Filippo Filippi degli Eps invita a rimanere in sintonia con le comunità all’estero. Non credo, afferma il segretario della DC Pasquale Valentini, che la Consulta debba uscire dalla sua funzione.
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