A pochi giorni dalla perquisizione domiciliare che lo ha interessato nell'ambito dell'inchiesta sul caso Conto Mazzini, con una nota Giovanni Lonfernini dell'UPR annuncia l'intenzione di consegnare domani direttamente alla Reggenza le proprie irrevocabili dimissioni dall'incarico di membro del Consiglio Grande e Generale.
“Chi ricopre incarichi istituzionali – scrive Lonfernini - non può permettere che le proprie vicende personali possano rappresentare o anche soltanto apparire come un ostacolo all'adempimento dei propri compiti. L'onore e il privilegio di fare politica impongono un solo, prioritario, imperativo: impegnarsi a tempo pieno per cercare di risolvere i problemi dell'intera comunità. In tredici anni di presenza all'interno dell'aula consiliare – aggiunge - ho sempre cercato di servire, al massimo delle mie capacità e del mio impegno, le Istituzioni di questo Paese rispettando pienamente il mio mandato e, soprattutto, la fiducia attribuitami da tanti concittadini. Oggi – sostiene - ritengo che l’impegno istituzionale e politico non sia più conciliabile con l'esigenza di dovermi difendere. Mi dimetto per essere libero di dimostrare la mia innocenza rispetto alle contestazioni che sono state avanzate nei miei confronti dipanando ogni possibile ombra che possa aleggiare sulla mia persona e sul mio operato”. Infine, un ringraziamento: “Desidero ringraziare l'Eccellentissima Reggenza per l'attenzione dimostrata accordandomi immediatamente un colloquio, i colleghi del Gruppo Consiliare e tutti gli amici dell'Unione Per la Repubblica (UPR), la Segreteria Istituzionale e gli Uffici della Pubblica Amministrazione con cui - a vario livello - ho avuto modo di collaborare in questi anni”.
“Chi ricopre incarichi istituzionali – scrive Lonfernini - non può permettere che le proprie vicende personali possano rappresentare o anche soltanto apparire come un ostacolo all'adempimento dei propri compiti. L'onore e il privilegio di fare politica impongono un solo, prioritario, imperativo: impegnarsi a tempo pieno per cercare di risolvere i problemi dell'intera comunità. In tredici anni di presenza all'interno dell'aula consiliare – aggiunge - ho sempre cercato di servire, al massimo delle mie capacità e del mio impegno, le Istituzioni di questo Paese rispettando pienamente il mio mandato e, soprattutto, la fiducia attribuitami da tanti concittadini. Oggi – sostiene - ritengo che l’impegno istituzionale e politico non sia più conciliabile con l'esigenza di dovermi difendere. Mi dimetto per essere libero di dimostrare la mia innocenza rispetto alle contestazioni che sono state avanzate nei miei confronti dipanando ogni possibile ombra che possa aleggiare sulla mia persona e sul mio operato”. Infine, un ringraziamento: “Desidero ringraziare l'Eccellentissima Reggenza per l'attenzione dimostrata accordandomi immediatamente un colloquio, i colleghi del Gruppo Consiliare e tutti gli amici dell'Unione Per la Repubblica (UPR), la Segreteria Istituzionale e gli Uffici della Pubblica Amministrazione con cui - a vario livello - ho avuto modo di collaborare in questi anni”.
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