L’estrema destra guidata dall’euroscettico Geert Wilder, guarda a nuove elezioni dopo aver provocato la crisi politica, togliendo l’appoggio al governo di coalizione e costringendo alle dimissioni il primo ministro Mark Rutte, al potere dall’ottobre 2010. Alla base ci sono le divergenze sulle misure di rigore per riportare il rapporto deficit-Pil sotto il 3 per cento, nel quadro del patto di stabilità atteso dalla commissione europea per il 30 aprile. In Parlamento infatti, il premier Rutte cerca appoggi per l’imprescindibile manovra economica. Ha annunciato il 12 settembre come data possibile per le prossime elezioni. La decisione sarà presa domani dal consiglio dei ministri.
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