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Decreto "Cogenerazione": esame in aula in clima collaborativo

Segretario di Stato Alessandro Bevitori: "Recepiti diversi emendamenti di Rete". Le opposizioni al Governo: "Non sia un favore alla Cartiera Ciacci". In una lettera pubblica gli abitanti Gualdicciolo esprimono dubbi per i rischi ambientali e la sicurezza

di Luca Salvatori
22 ott 2024

In Italia e nei paesi più avanzati gli impianti a cogenerazione, che consentono di produrre contemporaneamente energia elettrica, meccanica e termica, sono da anni una realtà in ambito industriale ma anche civile, in ospedali, hotel, centri sportivi. A San Marino invece ad oggi non c'è alcun cogeneratore in funzione e con il decreto si va a regolamentare questo tipo di impianti – ad alto rendimento, solo in ambito industriale e con alimentazione esclusiva a gas naturale – al fine di - ha riferito nella relazione il Segretario di Stato Alessandro Bevitori – favorire il risparmio energetico, il contenimento delle emissioni di gas climalteranti ed inquinanti ed il rispetto di elevati standard acustici.

In termini di principio tutti i gruppi si sono dichiarati favorevoli ma le opposizioni paventano che il decreto sia stato 'cucito addosso' alla Cartiera Ciacci, che già ha acquistato anni addietro un cogeneratore, attualmente inattivo. Solo pochi giorni fa un gruppo di cittadini, residente nei pressi dello stabilimento di Gualdicciolo, in una lettera aperta, ha invitato la politica a tenere in considerazione, i rischi ambientali e di sicurezza insiti in un cogeneratore, in prossimità di una zona residenziale.

Decine gli emendamenti, con Rete a fare la parte del leone. Il Movimento, in particolare. si oppone a che le aziende possano essere remunerate per la cessione dell'eventuale produzione di energia in eccesso, rispetto al fabbisogno; chiede che gli impianti abbiano una data di fabbricazione non anteriore a 5 anni ed anche che le aziende private interessate paghino tutti i costi necessari per le infrastrutture accessorie, senza oneri per lo Stato.

Il Segretario di Stato Alessandro Bevitori ha riferito che il decreto è uniformato alle regole europee e che gran parte delle richieste di Rete, e di RF, sono state sostanzialmente recepite negli emendamenti del Governo. A proposito dei costi ha chiarito che sono tutti a carico delle aziende, ad eccezione del vettoriamento, su cui ha anticipato che “si dovrà fare un ragionamento”.

Esaurito il dibattito generale - nell'ambito del quale anche dai banchi della maggioranza sono arrivati richiami alla massima attenzione per la sicurezza della cittadinanza, evitando di favorire qualche soggetto privato - l'aula ha avviato la votazione degli 89 emendamenti, di cui 74 depositati da Rete, nove dal Governo e sei da Repubblica Futura. Alcuni, in seguito ad un accordo sono stati ritirati mentre ne sono stati sottoscritti altri 'bipartisan', a conferma di un clima in aula piuttosto collaborativo. L'elenco degli emendamenti è stato dunque sfoltito ma ne restano ancora tanti e per la ratifica finale occorrerà verosimilmente anche gran parte della giornata di domani, quando il Consiglio tornerà a riunirsi, con convocazione a partire dalle 9 di mattina.





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