Sacchi di denaro che transitavano da San Marino verso altri paradisi fiscali, rapporti con un direttore di banca sammarinese: le dichiarazioni del pentito Francesco Fonti hanno attirato l’attenzione di un giornalista del Sole 24 ore, Roberto Galullo, che le ha inserite nel suo blog, ed ora anche dei Democratici di Centro, che hanno presentato un’interpellanza.
Mafia e San Marino, cosa c’è di vero? Francesco Fonti, 61 anni, ex uomo della ‘ndrangheta, dal ‘94 è collaboratore di giustizia: nel 2003 consegnò al Procuratore nazionale Antimafia Enzo Macrì un memoriale di 49 pagine. Ha anche confessato di aver preso parte all’affondamento di tre navi con carichi velenosi. Il governo ne ha parlato stamattina, ma il Segretario alla Giustizia Augusto Casali raccomanda prudenza: “Intanto vediamo chi è che parla, comunque un criminale, non si può prender tutto per oro colato. Certo, si potrebbe indagare, magari il tribunale potrebbe inviare una rogatoria. Non vorrei però che passasse l’immagine di San Marino come posto in cui incontrare mafiosi ad ogni angolo. Il pentito parla di fatti accaduti negli anni ’90, il mio stesso partito, quando era all’opposizione, organizzò una conferenza su questi fenomeni e all’epoca ci dissero di portare le prove. E’ impensabile che San Marino – continua – che è nel cuore dell’Italia, patria della mafia, resti indenne da fenomeni malavitosi, ma giova sottolineare che oggi è chiara la strada che il governo ha intrapreso: noi siamo per la legalità a tutti i livelli”.
Francesca Biliotti
Mafia e San Marino, cosa c’è di vero? Francesco Fonti, 61 anni, ex uomo della ‘ndrangheta, dal ‘94 è collaboratore di giustizia: nel 2003 consegnò al Procuratore nazionale Antimafia Enzo Macrì un memoriale di 49 pagine. Ha anche confessato di aver preso parte all’affondamento di tre navi con carichi velenosi. Il governo ne ha parlato stamattina, ma il Segretario alla Giustizia Augusto Casali raccomanda prudenza: “Intanto vediamo chi è che parla, comunque un criminale, non si può prender tutto per oro colato. Certo, si potrebbe indagare, magari il tribunale potrebbe inviare una rogatoria. Non vorrei però che passasse l’immagine di San Marino come posto in cui incontrare mafiosi ad ogni angolo. Il pentito parla di fatti accaduti negli anni ’90, il mio stesso partito, quando era all’opposizione, organizzò una conferenza su questi fenomeni e all’epoca ci dissero di portare le prove. E’ impensabile che San Marino – continua – che è nel cuore dell’Italia, patria della mafia, resti indenne da fenomeni malavitosi, ma giova sottolineare che oggi è chiara la strada che il governo ha intrapreso: noi siamo per la legalità a tutti i livelli”.
Francesca Biliotti
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