La bocciatura da parte della Consulta della legge Fini-Giovanardi desta, nella comunità di recupero di San Patrignano, una certa "preoccupazione per la cancellazione delle norme su misure alternative". E' quanto esprime, in una nota, la stessa comunità riminese ritenendo che ''ora il recupero diventerà più difficile''. "Senza voler entrare nel merito della distinzione fra le droghe leggere e le droghe pesanti che si viene a riproporre con la Jervolino-Vassalli - osservano da San Patrignano - siamo soprattutto preoccupati per la cancellazione di norme che facilitano il ricorso a misure alternative al carcere, che oggi sarà possibile solo per condanne sotto i 4 anni, contro i 6 della Fini-Giovanardi". A giudizio della comunità, "il recupero, quindi, diventerà più difficile. Oltre a questo viene esclusa la possibilità di vedersi riconosciuta l'applicazione della disciplina del reato continuato in ragione del proprio stato di tossicodipendenza o l'eventualità di vedersi cancellata la multa accessoria alla condanna in caso di esito positivo dell'affidamento in prova ai servizi sociali. E, ancora - viene sottolineato - l'opportunità concessa al magistrato di sorveglianza di affidare provvisoriamente e urgentemente il detenuto tossicodipendente ad un percorso di recupero. Sono argomenti, questi, che riguardano la vita e il futuro delle persone che vogliono abbandonare la droga". Pertanto, prosegue la nota, "siamo convinti e ribadiamo ancora una volta il principio che il carcere non sia la soluzione al problema della dipendenza da droga, ma che debba essere fatto salvo il principio dell'illiceità del consumo di qualunque sostanza. Crediamo sia necessario che la politica, chiamata a decidere su questo argomento, faccia tesoro delle opinioni operatori, scienziati, medici dei servizi pubblici e privati e di chi - è la chiosa - sul campo, offre da quarant'anni soluzioni nella prevenzione, del recupero e del reinserimento sociale e lavorativo dei giovani tossicodipendenti".
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