E’ la prima volta che succede. La relazione annuale del magistrato dirigente sullo stato della giustizia, sull’attività della magistratura per l’anno che si è concluso, viene contestata da alcuni giudici che sollecitano integrazioni e correzioni. Uno scontro durissimo che si consuma tutto all’interno del tribunale e che è emerso nella riunione Plenaria del Consiglio Giudiziario. Era l’argomento più importante all’ordine del giorno, il più atteso, il passaggio della relazione che prelude all’approvazione in Consiglio Grande e Generale, ma quando il dirigente del Tribunale, Valeria Pierfelici, ha esposto dati e attività giudiziarie, si sono scatenate le reazioni veementi di alcuni colleghi hanno mosso obiezioni sui dati riportati e su certi passaggi e affermazioni. Una polemica che denuncia un malessere e un disaccordo all’interno del tribunale, e che ha tenuto impegnato il Consiglio Giudiziario Plenario per ore, con gli esponenti della politica a fare da spettatori allo scontro. Una divergenza che rimanda la discussione al prossimo Consiglio Giudiziario Plenario e dopo aver, eventualmente, apportato le modifiche richieste. Se questo non dovesse accadere, se il magistrato dirigente decidesse di non modificarlo, il documento potrebbe approdare in aula parlamentare con allegato il verbale della riunione, lasciando alla politica il compito di decidere. Una spaccatura che non si era mai verificata prima. Non sono mancati, in Consiglio Giudiziario, riferimenti alla tormentata vicenda delle rogatorie, con riferimento particolare a quella riguardante il caso Telekom Serbia e l’incontro a Palazzo Begni prima della Commissione Giustizia. Anche qui è stato scontro, ma questa volta fra gli esponenti della politica. Tito Masi ha rinnovato le accuse di ingerenze, Fiorenzo Stolfi rivendicato la facoltà della politica ai interessarsi di questioni che possono incrinare i rapporti con altri paesi se non ben gestite. Nessuna decisione è stata assunta in merito, anche se è emersa la volontà di fare luce sul caso che ha portato a provvedimenti disciplinari nei confronti di agenti della polizia civile. Altro aspetto della convulsa riunione: il mancato raggiungimento del quorum necessario per la nomina del magistrato per i rimedi straordinari nel settore civile. Secondo indiscrezioni poi altre dichiarazioni, fatte all’interno della riunione, potrebbero provocare feroci polemiche per il rapporto fra giustizia e politica, ma questa volta al contrario. Sembra infatti che alcuni elementi portati in assemblea abbiamo un grosso peso e lasciato molto perplesso sia giudici che politici. Di questo se ne parlerà sicuramente alla prossima convocazione del Consiglio Giudiziario Plenario e probabilmente anche in Consiglio Grande e Generale. Gli effetti potrebbero essere piuttosto forti.
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