Ha stravinto le primarie del Partito Laburista. Odia l'austerity, invoca nazionalizzazioni e uno sganciamento dall'area di influenza statunitense. Quello di Jeremy Corbyn è un cambio di rotta totale rispetto al Blairismo, e sul Titano c'è chi osserva con interesse. “Il fatto che nel Labour abbia prevalso la sua linea – afferma Vanessa D'Ambrosio – è un segnale forte e positivo, che dovrebbe fare riflettere chi – anche a San Marino - si dice di sinistra ma si rifà a modelli iper-liberisti o guarda ossessivamente al Centro”. Il coordinatore di SU apprezza le idee di Corbyn anche in politica estera: “negli ultimi anni – ricorda – l'America ha portato il caos nell'area mediorientale”. Diversa la posizione di Simone Celli, che ritiene quanto accaduto frutto di un sentimento di rifiuto delle politiche di rigore. “Auspico che la Sinistra possa riappropriarsi di un tema importante come la giustizia sociale – afferma il segretario PS -; il rischio che intravedo in Corbyn, tuttavia, è che la sua prospettiva sia troppo radicale. Ritengo le nazionalizzazioni un passo indietro”. “A San Marino – sostiene Gerardo Giovagnoli – preserviamo un modello sociale che da loro è stato messo a repentaglio; è comunque importante che in Inghilterra – il centro del liberismo - ci sia una risposta di impronta socialista; mi auguro che questa sensibilità non scada in una deriva nazionalista ed anti-Europea”. L'esponente del PSD giudica infine interessanti le critiche di Corbyn alla politica estera anglo-americana degli ultimi anni. “Sono stati commessi errori – afferma – nel bacino nord-africano e nella gestione dei rapporti con la Russia”
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