Lo aveva annunciato con un comunicato stampa, e questa mattina, puntale e lontano da telecamere e fotografi, Giovanni Lonfernini ha presentato le sue dimissioni irrevocabili dal Consiglio Grande e Generale.La decisione è maturata dopo le perquisizioni avvenute nella sua abitazione la scorsa settimana nell'ambito di uno dei filoni della cosiddetta Tangentopoli Sammarinese. "Chi ricopre incarichi istituzionali - ha scritto Lonfernini - non può permettere che le proprie vicende personali possano rappresentare o anche soltanto apparire come un ostacolo all'adempimento dei propri compiti". Dopo 13 anni di presenza in Consiglio, dunque, l'esponente dell'Unione per La Repubblica, che aveva già lasciato gli incarichi in seno al movimento, lascia anche quello istituzionale e politico: "non più conciliabile" per Lonfernini, con l'esigenza di doversi difendere dimostrando la propria innocenza. anche alla luce dell'aggravamento delle contestazioni che gli sono state mosse da parte dell'autorità giudiziaria. Nessun commento, da privato cittadino, ma sicuramente la disponibilità, laddove si ritenesse necessario, di essere risentito dai giudici. Impossibile anche raggiungerlo, dopo il sequestro da parte dell'autorità, di ogni dispositivo mobile in suo possesso. Le dimissioni saranno ora al centro della prima seduta utile del Consiglio grande e generale, per la presa d'atto, ma non è automatico che l'aula dia il via libera. Facendo slittare l'uscita dal parlamento di un altro mese. Intanto, primo dei non eletti nella lista Upr, risulta Pier Marino Menicucci, che ha già annunciato la sua rinuncia all'incarico di consigliere. Anche lui chiamato in causa dalle vicende giudiziarie. Ragion per cui, a questo punto, sembra essere Roger Zavoli, secondo dei non eletti, colui che subentrerà in aula.
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