Uno studio per verificare il recupero della rete ferroviaria dismessa così da decongestionare il traffico su gomma e ferro in Emilia-Romagna. E' quanto auspica il Movimento 5 Stelle che, in una risoluzione alla Giunta regionale chiede di realizzare uno studio sulla possibilità di recupero, attivando collaborazioni con le Università e altri soggetti pubblici e privati, della rete no più utilizzata e che copre oltre 650 chilometri suddivisi in 27 linee. Nella risoluzione presentata dai consiglieri pentastellati, prima firmataria Raffaella Sensoli, si legge in una nota, vengono specificati gli obiettivi dello studio: "definire i costi e le tecnologie necessarie per riattivare specifiche tratte; individuare eventuali forme di valorizzazione dei sedimi preesistenti come percorsi ciclopedonali; , sostenere una strategia regionale, da sottoporre al confronto con il Governo e con l'Unione europea, per la definizione di un piano per rendere più capillare la rete ferroviaria in ambito regionale". Alcune tratte ferroviarie abbandonate, scrivono i consiglieri del Movimento 5 Stelle, "potrebbero offrire valide risposte alla congestione del traffico stradale e del traffico ferroviario lungo gli assi oggi esistenti (in primo luogo quello parallelo alla via Emilia da Piacenza a Rimini), come nel caso della Budrio-Massalombarda, che consentiva (e potrebbe consentire oggi, se ripristinata) un collegamento diretto fra Bologna, Ravenna e il suo porto, con un tracciato prossimo a quello dell'ex strada statale 253 San Vitale, ora strada provinciale 253 R San Vitale; analogamente, altre tratte, potrebbero rappresentare utilissime alternative a percorsi stradali o a potenziare i collegamenti fra le aree di più elevato richiamo turistico, come la Rimini-San Marino e la Rimini-Novafeltria".
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