Logo San Marino RTV

Il Pd fa i conti col calo di consensi, il M5S pensa ad alleanze dopo il voto

19 dic 2017
Il Pd fa i conti col calo di consensi, il M5S pensa ad alleanze dopo il voto
Il Pd fa i conti col calo di consensi, il M5S pensa ad alleanze dopo il voto - Di Maio: "Governo con chi ci starà". Alcuni lasciano: Di Battista e Alfano non si ricandidano.
Campagna elettorale ormai iniziata in Italia, dove le Camere stanno per essere sciolte. Il Pd ammette di aver calato i consensi, mentre il M5S non esclude la possibilità di fare alleanze, dopo il voto.

Difficile che centrodestra o M5S, i più accreditati alla vittoria delle prossime elezioni politiche, arrivino al fatidico 40%.
“Faremo il governo con chi ci sta”, dice allora Luigi Di Maio, che però annuncia il suo sì ad un eventuale referendum sull'uscita dall'euro, chiudendo così a gran parte dei possibili alleati, quasi tutti euroconvinti, Lega a parte. I 5 Stelle, a capo di Roma, suscitano ilarità generale – anche all'estero – per la scelta dell'albero di Natale di Piazza Venezia, ribattezzato dalla Rete “Spelacchio”, e il perché non è difficile da capire. Costato 50mila euro, potrebbe non farcela ad arrivare a Natale: per gli esperti, ha le ore contate, e su Internet le battute si sprecano: alcuni notano che sicuramente è durato più di alcuni assessori della Giunta Raggi. I 5 Stelle, inoltre, tra i candidati al voto non avranno Di Battista, che vuole ritirarsi.
Lascia anche Angelino Alfano, attuale ministro degli Esteri. Un'ala del suo partito, Alternativa Popolare, guarda al Pd, l'altra a Forza Italia.
Il Pd fa i conti coi consensi in calo, “inevitabile quando si sta al governo”, dice il segretario Matteo Renzi, che ha visto parte del suo partito confluire nel contenitore di Pietro Grasso e Pisapia sfilarsi dal progetto di creare un grande “campo progressista”.
L'unica vicina al Pd potrebbe essere la lista di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova, “+Europa”. Ad ostacolare l'unione, la politica sui migranti: i radicali tollerano poco che Minniti li lasci nei lager libici. E invece il nome del ministro dell'Interno, così come quello di Delrio, sembrano appetibili per salvare il Pd nel caso in cui affondi. E non è una possibilità remota, viste anche le polemiche su Maria Elena Boschi, chiamata in causa per presunte pressioni su Banca Etruria, di cui il padre era vice presidente.

Francesca Biliotti

Riproduzione riservata ©