Nella direzione del Pd, Matteo Renzi ha dato il benservito al premier, ringraziandolo per il lavoro svolto ma proponendo una svolta, un patto di legislatura, lo ha chiamato, che duri fino al 2018. La sua proposta è stata accolta a larga maggioranza dal Pd, con 136 sì, 16 no e 2 astenuti, aprendo di fatto la crisi. Il premier Letta non aveva preso parte alla direzione e in serata ha annunciato che andrà domani al Quirinale per rassegnare le dimissioni. “La strada delle elezioni ha un suo fascino – aveva detto Renzi ai suoi – ma oggi non abbiamo ancora una normativa elettorale in grado di garantire la certezza della vittoria”. Dunque, un nuovo governo, “scelta azzardata – ha riconosciuto il segretario Pd – ma può avere un senso se si ha il coraggio di dire alle realtà europee che l'obiettivo è il 2018 con riforme elettorali. Questo non è un rischio personale – ha aggiunto – ma un rischio del Pd, che deve prendersi le responsabilità di ciò che sta accadendo”.
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