Non è stata la Dc a chiedere la seduta segreta per il dibattito relativo alla “vicenda Arzilli”. E' lo stesso pdcs a precisare che, durante la seduta dell’Ufficio di Presidenza, si è limitato a chiedere l’inserimento, all’ordine del giorno del prossimo Consiglio di un apposito comma - in seduta pubblica - “sui recenti fatti e notizie, trasmessi dagli organi di informazione che coinvolgono la Repubblica di San Marino”. Durante la discussione, sottolinea una nota, la maggior parte dei gruppi consiliari ha espresso l’opportunità di un dibattito in seduta segreta, non tanto per il fatto specifico quanto per la necessità di un approfondimento generale sul sistema Paese. La Lista PDCS NS si è adeguata a questa volontà ribadendo, tuttavia, che non ravvisava problematiche nel tenere un dibattito pubblico. In attesa della sessione consiliare, conclude la nota, la Dc ribadisce la propria solidarietà al Segretario Arzilli, confermando la stima e il riconoscimento per l’operato svolto in questi anni a servizio del Paese. La decisione di tenere il dibattito in seduta segreta registra invece lo sdegno del capogruppo dell'Upr. La politica non può essere sempre l'arte dell'impossibile" che riesce a "far assurgere un presunto illecito o una questione familiare a un affare di stato", con il rischio poi di "arrecare gravi danni all'immagine, già sofferente, del Paese", dichiara alla Dire Marco Podeschi. Intanto Podeschi anticipa la proposta che avanzerà questa sera al suo gruppo consiliare: lasciare l'Aula all'apertura del comma, perchè parteciparvi, senza dare la possibilità ai cittadini di ascoltare il dibattito, sottolinea, "ha poco senso". Se Arzilli intende dimettersi dal Congresso di Stato, prosegue Podeschi, non penso si possa discuterne in seduta segreta. "Trovo improprio parlare di dimissioni che a oggi non ci sono, - aggiunge- e poi liquidare tutto come un complotto"
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