Da una parte c'è Ap, dall'altra il Psd. L'oggetto del contendere? L'igc. E' questa la nuova buccia di banana su cui dovrà evitare di scivolare la maggioranza. E non è neppure l'ultima. L'altra è la legge sulla rappresentatività, e qualche problemino potrebbe crearlo anche il Testo Unico delle Leggi Urbanistiche ed Edilizie. Ma torniamo all'imposta generale sui consumi. Da che parte sta la Dc? Il centro è la sua collocazione naturale, ma in questo caso stare nel mezzo significa dover trovare ancora una volta la mediazione. Non sarà facile, “ma un nuovo modello di imposte indirette è una sfida che il paese deve affrontare”, spiega Marco Gatti. Del resto la riforma è nel programma di Governo, e la Dc non vuole tirarsi indietro. Soprattutto voltando le spalle ad un alleato con il quale c'è l'intenzione di collaborare anche nella prossima legislatura. Quindi, come fare perché l'Igc non si trasformi in un boomerang elettorale? Da una parte ci sono le esigenze delle grande aziende, dall'altra i piccoli imprenditori. “Stiamo scommettendo sul settore artigianato, conferma Gatti, e commercio e turismo sono tra i più danneggiati dal passaggio monofase -iva. La Dc sta lavorando sulla falsa riga di quanto fatto per le imposte dirette, dedicando molta attenzione agli impatti sul sistema economico. Ma non è tutto. “Stiamo seguendo con grande interesse il dibattito europeo in materia, sappiamo tutti che l'Europa sta mettendo in discussione l'attuale sistema Iva”. Insomma, si discute, si cerca una sintesi fra diverse posizioni ed esigenze. C'è anche chi dubita ci siano i tempi tecnici per portare a casa la riforma. Che forse potrebbe fare come la Tributaria, iniziare l'iter e fermarsi alla prima lettura, per poi essere ripresa nella legislatura successiva.
MF
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