Mentre i sindacati insorgono con il governo dopo l’auspicio del ministro Fornero sui licenziamenti dei dipendenti pubblici, Silvio Berlusconi cala gli assi del presidenzialismo a doppio turno e della federazione dei moderati. "Siano i cittadini stessi a decidere, con il loro voto, direttamente il presidente della Repubblica", dice il Cavaliere annunciando una proposta in Parlamento del Pdl che prenda ad esempio il modello francese; “per non fare – dice – la fine della Grecia”.
E ribadendo che non correrà più per Palazzo Chigi, Berlusconi non esclude una sua candidatura al Quirinale, ed annuncia la sua prossima
'mission': unire i moderati. “Perche' – ribadisce – è l'unico modo di dare governabilità al paese". E per Alfano il Pdl può sciogliersi solo per “far nascere una federazione, una grande alleanza liberale e moderata con primarie aperte per leadership e programma".
Ma Il presidenzialismo, per il quale il Pdl tratterebbe sulla legge elettorale, non riceve un’accoglienza calorosa. Se Di Pietro accusa il Cavaliere “di voler solo avvelenare le acque”, Bersani teme una melina di Berlusconi per non cambiare il sistema di voto per eleggere il Parlamento. “Non vediamo le condizioni politiche nè i tempi da qui alla fine della legislatura", dice, convinto che il Pdl “vuol votare di nuovo con il porcellum”. E se nei sondaggi il movimento di Beppe Grillo vola, fino a sorpassare teoricamente il Pdl, Bersani non rinuncia al suo “rapporto dialettico” con Monti. I democratici non vedono di buon occhio la scelta di blindare in Senato con la fiducia la riforma del lavoro; ma la strada in questo senso sembra ormai segnata.
Da Roma Francesco Bongarrà
E ribadendo che non correrà più per Palazzo Chigi, Berlusconi non esclude una sua candidatura al Quirinale, ed annuncia la sua prossima
'mission': unire i moderati. “Perche' – ribadisce – è l'unico modo di dare governabilità al paese". E per Alfano il Pdl può sciogliersi solo per “far nascere una federazione, una grande alleanza liberale e moderata con primarie aperte per leadership e programma".
Ma Il presidenzialismo, per il quale il Pdl tratterebbe sulla legge elettorale, non riceve un’accoglienza calorosa. Se Di Pietro accusa il Cavaliere “di voler solo avvelenare le acque”, Bersani teme una melina di Berlusconi per non cambiare il sistema di voto per eleggere il Parlamento. “Non vediamo le condizioni politiche nè i tempi da qui alla fine della legislatura", dice, convinto che il Pdl “vuol votare di nuovo con il porcellum”. E se nei sondaggi il movimento di Beppe Grillo vola, fino a sorpassare teoricamente il Pdl, Bersani non rinuncia al suo “rapporto dialettico” con Monti. I democratici non vedono di buon occhio la scelta di blindare in Senato con la fiducia la riforma del lavoro; ma la strada in questo senso sembra ormai segnata.
Da Roma Francesco Bongarrà
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