L'affluenza è la grande incognita del ballottaggio. Il Psd lancia forte il suo appello affinché i cittadini tornino a votare. “Conta come e più del primo turno, questa volta si decide definitivamente”. Gerardo Giovagnoli non nasconde il rammarico: “si è spostata l'attenzione dai contenuti alle accuse. E' il vecchio metodo di chi ha cercato di mimetizzarsi con una nuova veste”. E' invece sulle sfide del futuro che il partito intende riportare l'attenzione degli elettori. Partendo da un punto fermo: il Psd c'è. Ed è un Psd – spiega - che ha nel suo Dna la capacità di fare riforme, a prescindere dai numeri che porta in dote. Non manca una frecciatina a chi ha scelto altre strade. “Appartengono ad una sinistra ideologica e poco riformista.” – li apostrofa Iro Belluzzi. “Difficile trovare condivisioni con chi è quasi di destra”. Il Psd punta invece sulla forte coesione con gli alleati. I nostri avversari – aggiunge Andrea Belluzzi – non hanno presentato programmi coerenti. In Campagna elettorale è emersa la loro doppia personalità.”
Tra gli obiettivi il Psd continua a guardare ad un accordo di associazione di cui – accusa – dagli altri non si sente più parlare. E conferma il proprio spirito di rinnovamento seppure nella continuità della forte esperienza politica. Guardando al bilancio, l'invito è a ripartire puntando sullo sviluppo. Che non significa solo spending review.
Monica Fabbri
Nel servizio Daniela Berti
Tra gli obiettivi il Psd continua a guardare ad un accordo di associazione di cui – accusa – dagli altri non si sente più parlare. E conferma il proprio spirito di rinnovamento seppure nella continuità della forte esperienza politica. Guardando al bilancio, l'invito è a ripartire puntando sullo sviluppo. Che non significa solo spending review.
Monica Fabbri
Nel servizio Daniela Berti
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