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Il Psd rilancia l’idea dell’adesione all’UE, ma il Governo non è d’accordo

22 lug 2009
Psd
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Unione Europea da una parte, Spazio economico europeo dall’altra. Aderire a pieno titolo alla prima è sempre stato uno dei pallini del Psd, che rilancerà l’idea anche venerdì all’assemblea congressuale. Socialisti e Democratici sono più che mai convinti, visto il momento di grande difficoltà che San Marino sta vivendo con l’Italia: “E’ l’unica a mettere in discussione la nostra fiscalità che deve rimanere competitiva – ha spiegato il Psd – mentre l’Unione Europea lascia libere le differenziazioni fiscali dei suoi Paesi membri. Senza dimenticare che si aprirebbe un mercato 7-8 volte più grande di quello italiano”. Certo, l’iter per l’adesione sarebbe lungo, inoltre il Paese che presenta la candidatura deve rispettare le condizioni previste dal trattato sull’Unione. I criteri sono tre: quello politico, con istituzioni stabili che garantiscono democrazia e stato di diritto; quello economico, con un’economia di mercato affidabile e la capacità di far fronte alla pressione concorrenziale all’interno dell’Unione; infine l’attitudine ad accettare gli obiettivi dell’unione politica, economica e monetaria. Il governo però, dopo l’incontro col commissario europeo Benita Ferrero-Waldner, guarda con estremo favore allo Spazio economico europeo, cui aderiscono Liechtenstein e Norvegia, oltre all’Islanda che però lascia per divenire Stato membro. Lo Spazio consente di partecipare al mercato comunitario senza essere membri dell’Unione, e richiederebbe tempi più brevi, un paio d’anni al massimo articolati in valutazioni, negoziazioni delle clausole e fase politica, ma indubbi sarebbero i vantaggi sul piano economico e commerciali. Senza contare, ha puntualizzato il segretario di Stato agli Esteri Antonella Mularoni, che il Liechtenstein potrebbe fornire preziosi consigli e incoraggiare l’ingresso dei piccoli Stati.

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