Il Partito Socialista Riformista Sammarinese ribadisce il proprio giudizio negativo sulla riforma tributaria approvata dalla maggioranza nel corso dell’ultima sessione della Commissione Finanze. Tale provvedimento legislativo, infatti, non fornisce risposte adeguate al raggiungimento del duplice obiettivo del consolidamento delle entrate e dell’incentivazione della crescita, della competitività e dell’occupazione. Per il nostro Paese è senza alcun dubbio un passaggio inevitabile la complessiva revisione della normativa in materia tributaria dato che la Legge n. 91 del 1984 appare abbondantemente superata. Tuttavia non è assolutamente condivisibile la filosofia che sta alla base della proposta governativa, in quanto l’obiettivo della redistribuzione dei redditi non può e non deve essere perseguito attraverso una eccessiva penalizzazione delle famiglie e delle imprese. Per queste ragioni il Psrs afferma, come già fatto in precedenti posizioni pubbliche, che la riforma fiscale non riesce assolutamente a coniugare in maniera adeguata i principi di equità e sviluppo.
L’equità, infatti, non viene perseguita in quanto si diminuiscono le tasse a coloro che percepiscono redditi elevati; si rifiuta l’introduzione del quoziente familiare che garantirebbe un significativo stimolo alla partecipazione al lavoro nelle famiglie con persone a carico; la riduzione del reddito imponibile attraverso la detrazione percentuale dei consumi sfavorisce le fasce di cittadini a basso reddito; l’imposta sugli immobili finisce per colpire la casa di famiglia conquistata con sacrifici, rinunce e risparmi già in precedenza sottoposti a tassazione; i diritti del contribuente non vengono sufficientemente tutelati dalla nuova impostazione del contenzioso tributario che elimina incomprensibilmente un grado di giudizio.
Inoltre, l’articolato predisposto dall’esecutivo non fornisce gli strumenti necessari alla crescita economica e alla creazione di nuovi posti di lavoro. Non viene assolutamente inserito in un progetto finalizzato alla realizzazione del nuovo modello di sviluppo basato su legalità, trasparenza e cooperazione internazionale. Pertanto è assai probabile che questa riforma aggraverà ulteriormente la recessione.
Il PSRS, quindi, manifesta – come già avvenuto in Commissione Finanze – la propria contrarietà alla riforma fiscale proposta dal governo, in quanto rappresenta l’ennesima occasione persa per dare una prospettiva seria e credibile alla nostra Repubblica.
L’equità, infatti, non viene perseguita in quanto si diminuiscono le tasse a coloro che percepiscono redditi elevati; si rifiuta l’introduzione del quoziente familiare che garantirebbe un significativo stimolo alla partecipazione al lavoro nelle famiglie con persone a carico; la riduzione del reddito imponibile attraverso la detrazione percentuale dei consumi sfavorisce le fasce di cittadini a basso reddito; l’imposta sugli immobili finisce per colpire la casa di famiglia conquistata con sacrifici, rinunce e risparmi già in precedenza sottoposti a tassazione; i diritti del contribuente non vengono sufficientemente tutelati dalla nuova impostazione del contenzioso tributario che elimina incomprensibilmente un grado di giudizio.
Inoltre, l’articolato predisposto dall’esecutivo non fornisce gli strumenti necessari alla crescita economica e alla creazione di nuovi posti di lavoro. Non viene assolutamente inserito in un progetto finalizzato alla realizzazione del nuovo modello di sviluppo basato su legalità, trasparenza e cooperazione internazionale. Pertanto è assai probabile che questa riforma aggraverà ulteriormente la recessione.
Il PSRS, quindi, manifesta – come già avvenuto in Commissione Finanze – la propria contrarietà alla riforma fiscale proposta dal governo, in quanto rappresenta l’ennesima occasione persa per dare una prospettiva seria e credibile alla nostra Repubblica.
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